Calendario dell'avvento di Kaos Borealis

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    Emozioni



    Erano passati ormai due anni da quando Perkz se ne era andato in Nord America: aveva lasciato i suoi ex compagni, il suo fidanzato nonché suo alpha, suo figlio. Si vedevano appena potevano e per quel Natale era stata la sua famiglia a raggiungerlo a Los Angeles per festeggiare il Natale assieme, mentre l'anno precedente era tornato lui a Berlino.

    Luka era felice di poter vederli in quei giorni di festa, a parte nella off-season, si vedevano solamente su Skype.



    "Papà, papà, ha nevicato!" Angél Matej era saltato nel loro letto tutto eccitato, appena aveva visto il manto bianco che ricopriva il vialetto. Era la prima volta che la vedeva, dopotutto a Berlino era raro che nevicasse. "Andiamo a giocare fuori, venite!"

    "Piccolo, facciamo colazione e poi usciamo, va bene?" Carlos sbadigliò appena: erano le nove di mattina, ma sentiva ancora l'effetto del jet lag. Si chiedeva come fosse possibile che il loro figlioletto non ne sentisse il peso, ma era meglio così.

    "Va bene...! Vado a preparare il tavolo, venite però." Mise un piccolo broncio a entrambi, per poi scendere dal letto e uscire dalla stanza.

    "Direi che è meglio non farlo aspettare, o presto tornerà a lamentarsi."



    Commentò Luka ridacchiando e si alzò, andando a vestirsi. La stessa cosa fece pure lo spagnolo, che fu il primo ad uscire dalla camera. Angél Matej aveva preparato i piatti e le posate, al cibo non ci arrivava ancora, ma aveva fatto comunque un ottimo lavoro. Quel bambino a volte veniva viziato da entrambi, ma cercavano di ridurre al minimo ciò e di crescerlo invece con i giusti ideali: sedersi composti a tavola, non alzarsi prima che tutti abbiano finito, lavarsi le mani prima di mangiare, lavare i dentini dopo ogni pasto e tante altre piccole cose, che però lo avrebbero reso una persona migliore.

    La colazione fu veloce, poche chiacchiere scambiate occasionalmente, mentre il piccolo continuava a muovere le gambe sotto il tavolo in un moto di impazienza, ma era stato cresciuto bene e sapeva aspettare il momento giusto.

    Mettere a posto le cose usate e andare a vestirsi pesante per poter giocare nella neve fu poi l'unico obbiettivo del bambino, che alla fine si presentò alla porta, pronto.



    "Angél Matej aspetta... stai dimenticando una cosa." Carlos e Luka raggiunsero il figlio, lo spagnolo aveva in mano una sciarpa di lana azzurra, con il simbolo dei Cloud0, la squadra in cui giocava il croato da 2 anni a quella parte. "Rischi di prenderti mal di gola senza questa, per il resto sei vestito alla perfezione." Sia lui che il fidanzato erano orgogliosi: avevano cresciuto un bambino responsabile fino a quel momento e qualche dimenticanza si poteva pure capire in un bambino di quattro anni.

    "Grazie papà." Sul viso di Angél Matej si formò un sorriso tenero, capace di sciogliere il cuore di qualunque persona. Si lasciò mettere la sciarpa senza ribellarsi e attese che venisse aperta la porta, prima di uscire e ammirare con occhietti luccicanti il paesaggio. "È fantastico!"

    Fandom: RPF LOL
    Personaggi: Perkz, Ocelote, Angél Matej
    Warning: AU, Omega!Verse
    Generi: Slice of Life, Fluff
    WC: 500



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    Drago Orientale



    8AjPTan

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    Desideri



    - Caro Babbo Natale,

    quest'anno sono stato un bambino molto bravo: sono andato tutti i giorni all'asilo, non ho picchiato i miei compagni, ho fatto il bravo con lo zio Duffmann e tante altre cose. Papà Carlos può confermare che sono stato un angioletto!

    Signor Babbo Natale, non sono un ragazzino esigente, quest'anno non voglio giochi. Preferirei che papà Luka potesse tornare qui in Germania e passare tutti e tre assieme questa bellissima festa.

    Angél Matej -



    Carlos aveva messo a letto il piccolo Angél, dopo che il bambino era stato tutto il pomeriggio a scrivere la letterina per Babbo Natale. Lui non aveva mai guardato cosa stesse scrivendo suo figlio, ma ora che doveva "inviare" quella lettera, era curioso.

    Poteva immaginare che Angél Matej avesse detto solo alcune parole e le maestre avessero poi formato quella letterina, però gli dispiaceva un sacco. Vedeva ogni giorno come il figlioletto soffrisse della lontananza del padre e odiava non poter fare niente per tirargli su il morale. Ovviamente sentirlo su Skype ogni giorno non era la stessa cosa che averlo lì di persona. Decise di fare una foto e mandarla al proprio ragazzo, sospirando appena: Luka mancava molto pure a lui e con il passare degli anni si pentiva un pochino di averlo lasciato andare. Lo aveva fatto però per il suo bene, perché era un suo desiderio e per non dover mandare via Rasmus.


    - Guarda cosa vorrebbe Angél Matej per Natale. Manchi tantissimo ad entrambi. ♥ -


    Provò anche a chiamarlo su skype, non era sicuro se stesse giocando o cosa stesse facendo, ma voleva sentirlo e a Los Angeles era appena mezzogiorno a quel punto.


    "Buongiorno querido, come stai?" Era felice di poterlo sentire, poi Luka aveva accettato subito la chiamata.

    "Hola querido, molto bene, tu invece? Angél Matej è a letto immagino, vero?" Il croato aveva un sorriso enorme sulle labbra: era riuscito a prenotare un volo per tornare da loro per Natale, ma voleva che fosse una sorpresa per entrambi.

    "Tutto bene, grazie. Sì, l'ho messo a letto, ma potrebbe svegliarsi perché ha il sonno agitato oggi. Hai visto la letterina che ha scritto assieme alle maestre all'asilo?" Aveva la sensazione che il piccoletto potesse avere un qualche problema al pancino in quel momento, ma non ne era sicuro.

    "Non sta bene? Comunque sì, è super tenero. Posso solo dirti che sto cercando di trovare un modo per rientrare, ma non sono sicuro di riuscirci. Non dirgli niente però, voglio che - in caso - sia una sorpresa." Luka teneva molto al fatto che Carlos mantenesse il possibile segreto.

    "Papà... il pancino..." Angél Matej era apparso sulla soglia della cucina, il suo peluche preferito in mano, stretto al petto, mentre si stropicciava un occhio.

    "Vieni qui... tra poco vieni con me nel lettone e ti faccio una boule dell'acqua calda." Carlos si alzò e lo prese in braccio, portandolo dove aveva il pc. "C'è qualcuno qui in chiamata, che ti farà sicuramente piacere sentire." Gli accarezzò piano la schiena, facendo così anche girare il figlio verso lo schermo del computer.

    "Papà...!" Un sorriso enorme si formò sulle sue labbra, sentendosi già un po' meglio nel vedere Luka.

    "Ciao ometto, hai mal di pancia? Mi manchi tantissimo." Il croato era un po' preoccupato per la salute del figlio e avrebbe tanto voluto essere lì con loro in quel momento, per abbracciarlo.

    "Sì... mi dà un po' fastidio, ma sono sicuro che passerà presto! Non ti devi preoccupare, sono un uomo forte io!" Gli dava fastidio da un po', ma questo non voleva dirglielo.

    "Sei nostro figlio, sono orgoglioso di te. Ma dimmi... cosa vorresti per Natale? Hai chiesto qualcosa in particolare a Babbo Natale?" Fece finta di nulla, voleva sentire certe parole dalle sue labbra, poi si sarebbe sentito felice e avrebbe reso quella giornata ancor più bella.

    "Una sola cosa ho chiesto: tutto ciò che voglio per Natale, sei tu, papino!" L'aveva quasi urlato, però ci teneva davvero a farglielo capire. "Sarebbe un regalo stupendo se tu riuscissi a rientrare e passare il Natale con noi. Non voglio davvero altro."

    "..."

    Luka non disse nulla, anche se a quelle parole era stato molto combattuto sul confessare che aveva comprato il biglietto per l'aereo. Non era giusto nei suoi confronti, però doveva davvero essere una grande sorpresa. Gli avrebbe preso qualche regalo lì in America, qualche gioco, libro con illustrazioni di cavalli... Anche se aveva un solo desiderio, ma non lo poteva lasciare completamente a mani vuote, no?

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    Secret Santa



    Il Natale era tornato e come da tradizione, ai G2 c'era il consueto Secret Santa. Le accoppiate che erano venute fuori non erano nemmeno troppo male, eh, per i ragazzi non era stato molto difficile trovare qualcosa per il partner, serio o meno che fosse.



    "Dato che ci siamo tutti, direi che possiamo aprire le danze." Proclamò Jankos, il quale era stato proprio lui ad avere l'idea di quella tradizione, appena era entrato nella squadra. "Inizio con il dare il mio regalo. Buon Natale, Rasmus." Il polacco porse un piccolo regalo al danese, sorridendo.



    Aprirlo non fu un'impresa, ma il contenuto fece arrossire non poco Rasmus: era un perizoma rosso con la faccia da renna frontalmente. Tutto quello era davvero troppo imbarazzante e insomma... avrebbe preferito non doverlo mostrare. Un po' odiava Jankos per quello, ma poteva immaginare per quale motivo lo avesse fatto.

    "Uh... grazie...? Lo uhm... Apprezzo."

    Non era in grado di fingere, però alla fin fine non era male come regalo, avrebbe potuto stuzzicare Wunder e Jankos glielo aveva regalato forse proprio per quell'esplicito motivo. Furbo il polacco.

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    Prima vacanza



    Quella era la prima vacanza che avrebbero fatto come famiglia: il piccolo Angél Matej aveva appena cinque mesi, ma era ora di presentarlo di persona anche ai genitori di Carlos. I parenti di Luka invece, avevano già avuto il modo di vederlo quando erano andati a trovarli due mesi prima. La loro sarebbe stata una vacanza di due settimane, l'avrebbero passata a Madrid, una città a dir poco stupenda.

    Luka era felice che sia la sua, sia la famiglia di Ocelote li avesse accettati molto velocemente e quando avevano saputo del nipotino beh... erano andati in visibilio.



    "Hola queridos!" La madre era sulla soglia della porta, mentre Luka e Carlos scendevano dalla macchina con cui il padre del maggiore li aveva portati fin lì.

    "Hola mamà, che bello rivederti!" Carlos andò ad abbracciarla, erano due mesi che non si vedevano se non su face time o skype.

    "Ciao anche a te Luka, mi siete mancati moltissimo. Dov'è il piccolo Angél Matej, bello di nonna?" Luka lo aveva nella fascia, il bambino dormiva dopo il viaggio, ma il croato si girò così da mostrarne il visino alla futura suocera.

    "Oh mamma mia, è stupendo! Ha pochi mesi, ma si vede che ha preso molto da entrambi."



    Gli occhi della nonna brillavano, quella vacanza sarebbe stata stupenda, all'insegna delle coccole, visite varie a Madrid e semplici momenti in famiglia. Un momento perfetto per rilassarsi, senza il pensiero del lavoro, ne avevano bisogno.

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    Amore non corrisposto



    Rekkles era arrivato da poco agli Fnatic, eppure c'era stato un compagno che subito aveva destato il suo interesse: era il loro mid laner, Enrique, un ragazzo di diciannove anni. Era molto gentile, il suo fisico era perfetto e - nella sua innocenza di quindicenne - Martin si era innamorato di lui.

    Non era però facile per lui cercare di confessarsi allo spagnolo: era ancora piccolino, mentre l'altro era maggiorenne e chissà cos'avrebbe pensato di lui se glielo avesse confessato. Il tempo passava, il primo Natale si avvicinava sempre di più ed era strano per Rekkles essere lì con altri quattro ragazzi a scambiare i regali di Natale.



    - Ogni anno chiedo cose sempre diverse, ma ora so cosa vuole il mio cuore da te. -



    Si ritrovò a pensare Martin, mentre cercava le parole e il coraggio per dire a Enrique che lo amava.



    "Peke... io, credo di provare qualcosa per te." Erano da soli, nella stanza dello spagnolo, e Rekkles non riusciva a guardarlo in faccia per l'imbarazzo.

    "... Martin... io amo un altro ragazzo, non potrò mai ricambiare i tuoi sentimenti." A Peke dispiaceva quella situazione, però non era giusto dargli false speranze.



    Fu da quel giorno in poi che il piccolo Rekkles iniziò a trovare petali di garofano rosso sul cuscino: hanahaki disease, l'amore non corrisposto.

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    Facendo l'albero



    "Chi vuole mettere per primo il puntale sull'albero?"



    Chiese lo spagnolo appena ebbe montato l'albero. Ovviamente Angél Matej fu molto veloce nell'alzarsi e cercare di raggiungerlo, ma si ritrovò ad inciampare nella ghirlanda oro. Invece di cadere come un salame, delle braccia possenti lo accolsero tra di esse, stringendolo al suo petto.



    "Così rischi di farti male, vieni qui."



    Il tono di voce di Ocelote era tenero, mentre guardava il figlioletto con un sorriso. Con una mano tolse la ghirlanda, mentre con l'altra gli passava il puntale. La manina del bimbo si allungò a prenderlo e lo tenne stretto, mentre il padre lo metteva sulle spalle: ora sì che poteva mettere quell'addobbo.



    "Fatto!"



    il piccolo Angél Matej battè le mani tutto felice e, appena fu messo di nuovo con i piedi a terra, iniziò a mettere le palle di Natale. Alcune avevano il logo dei G2, altre dei disegni natalizi... Angél Matej amava quel periodo dell'anno, soprattutto se fuori nevicava, proprio come in quel momento. Luka e Carlos si occuparono invece delle ghirlande e le luci, oltre a mettere altri addobbi vari, passando così tutti assieme un bel pomeriggio all'insegna dell'amore verso gli altri e la tenerezza dei baci.

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    Biscotti



    Nella cucina vi era un buon odore di biscotti: Angèl Matej si trovava davanti al forno e osservava con occhioni grandi cosa vi era all'interno.



    "Papà, quando sono pronti i biscotti?" Li aveva fatti assieme a Perkz, ma evidentemente non sapeva aspettare.

    "Manca ancora un minuto, ma poi dobbiamo anche aspettare che si raffreddino, o ci scorgiamo la lingua."



    Il figlio era la cosa più bella che gli fosse capitata e proprio come lui, non sapeva mai attendere. Gli scompigliò con amore i capelli, tirando fuori infine i biscotti dal forno, con l'uso delle presine.

    Erano stupendi, dorati al punto giusto, di varie forme come il logo dei G2, pupazzi di neve, stelle, omini di pan di zenzero...



    "Posso assaggiarne uno? Per favore..." Angèl Matej sapeva benissimo come vincere l'approvazione dei genitori: facendo gli occhioni dolci.

    "..." Ah, Luka odiava essere così debole a quelle espressioni. "Va bene."



    Fuori dalla finestra nevicava molto, ma a loro non importava: erano al caldo, con i biscotti appena fatti e la tenerezza nell'aria.

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    Tradizioni



    Camminare per le strade di Berlino durante il periodo natalizio era stupendo: la città, a volte innevata, era illuminata dalle varie luminarie natalizie, vicino alla Porta di Brandeburgo si ergeva l'immenso albero di Natale. L'atmosfera che si poteva respirare lì era particolare, ma soprattutto magica e non c'era niente di meglio che saggiarla con il proprio amato.

    Ancora più bello era invece poter passeggiare per quelle strade con un passeggino, in cui vi era il frutto del loro amore. Ed era proprio quello che c'era in quel momento: Luka e Carlos passeggiavano mano nella mano davanti alla Porta di Brandeburgo, con l'altra tenevano entrambi il passeggino dove dormiva il piccolo Angél Matej. Erano diventati genitori da relativamente poco - appena un mese - e si potevano considerare la coppia più innamorata e felice del mondo in quel momento.


    "Facciamo una foto ricordo qui, poi ogni anno che passa in questo preciso posto, così vediamo la crescita di Angél Matej da Natale al successivo."


    Luka aveva avuto una splendida idea, non c'era che dire così, circondati dalle luminarie di Natale e con il figlio in braccio, si fecero scattare una foto, dove entrambi davano un bacio sulla fronte del piccolo, sorridendo alla fotocamera. Farlo ogni sarebbe stato speciale, avrebbero avuto uno splendido ricordo e il piccoletto in futuro avrebbe potuto vedere come fosse cresciuto negli anni.

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    Schneeggy



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    Divertimento dopo la nevicata



    Berlino era innevata, la neve candida si era posata sulle strade, sull'erba, donando alla città un'atmosfera magica. Dopo aver vestito a cipolla Angél Matej, Carlos e Luka uscirono dalla Gaming House, andando al parco che c'era non troppo lontano da lì.

    Guanti alle mani, si misero a raccogliere tutti assieme delle palle di neve, che avrebbero poi sovrapposto una all'altra, per formare un bel pupazzo di neve.



    "Voglio mettere la carota!"



    Esclamò il bambino tutto eccitato quando ebbero finito. Luka sorrise e lo prese tra le braccia, permettendogli di mettere l'ortaggio poco sotto i bottoni che avevano messo come occhi. Non era dei migliori, ma non importava: avevano passato del tempo assieme, divertendosi e ridendo.

    Rm2TrvC



    Edited by catching_hearts - 10/12/2020, 21:47
     
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    Il tepore del caminetto e una cioccolata calda



    Mancavano dieci giorni alla nascita del loro figlio, era appena il tre novembre in quel momento, ma a Berlino il freddo invernale già si faceva sentire. Luka era seduto sul divano, una mano ad accarezzare il pancione, mentre Carlos fischiettava e preparava della cioccolata calda per entrambi.



    "Quanto siamo agitati, eh piccolo?" Chiese l'omega al bambino che stava crescendo in lui da ormai nove mesi. Ovviamente non ricevette risposta se non un calcio contro la mano e non riuscì a trattenere una risata.

    "Ecco qua le cioccolate calde. Perché ridi?" Per Carlos era sempre stupendo vedere il fidanzato allegro e faceva di tutto per farlo sentire amato.

    "Il nostro piccolo oggi è particolarmente agitato. Quando gliel'ho fatto notare mi ha dato un calcio nel punto esatto dove avevo la mano."



    Trovava quella cosa alquanto divertente, mentre prendeva la tazza di cioccolata fumante che gli porgeva Carlos. Lo spagnolo si sedette infine accanto a lui, davanti al tepore del caminetto acceso, coccolando il suo Omega e loro figlio, come si addiceva ad un alpha come lui.

    Era sempre stato molto attento ai bisogni di Luka e ora più che mai lo viziava, forse anche troppo a volte.



    "Ti amo."



    Fu un sussurro da parte di entrambi, ma venne detto contemporaneamente mentre sorseggiavano la bevanda, in un quadro di carezze e dolcezza.

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    Edited by catching_hearts - 10/12/2020, 21:45
     
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    Promesse



    "Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore, ti ho detto il fatidico sì, non me ne sono pentito mai da quel momento e mai succederà."



    Luka era in vena romantica in quel momento, mentre osservava la fede che portava al dito: lui e Carlos si erano sposati due mesi prima, dieci mesi dopo quel fatidico "sì". Intrecciò una mano in quella del suo alpha, inclinando leggermente la testa all'indietro per dargli un bacio sul mento.


    "Quel giorno mi hai reso l'uomo più felice del mondo, grazie per tutto ciò che abbiamo passato assieme fino a ora e per tutto ciò che succederà in futuro. Cercherò di essere il marito che meriti e un buon padre per eventuali nostri figli."



    Dato il suo passato, Carlos non era molto sicuro che ci sarebbe riuscito, ma sarebbe stato felice se Luka fosse rimasto in dolce attesa.

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    Coccole



    "Lo sai che io e Luka ti vogliamo bene, piccolino. Fatti sentire da papà Carlos."



    Lui e Luka erano seduti sul divano, davanti al caminetto acceso, al riparo dalle intemperie del maltempo invernale. Non mancava moltissimo alla nascita del loro primo figlio e Carlos non vedeva l'ora che arrivasse il momento in cui avrebbe potuto averlo finalmente tra le braccia.

    Carlos accarezzava con amore il pancione del fidanzato e il suo viso si illuminò nel sentire un calcio contro la sua mano.



    "Sembra molto forte. Ti vogliamo entrambi molto bene, piccolino. Tra non molto possiamo vederci."



    Luka passò semplicemente una mano tra i capelli di Carlos, mentre lo spagnolo continuava a parlare con il piccolo e ad accarezzarlo. Gli regalò un sorriso, che fu ben presto ricambiato dallo spagnolo: si amavano come non mai, ogni singolo giorno sempre di più.

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    La letterina a Babbo Natale



    "Maestra Anne, la letterina."



    Era arrivato di nuovo il periodo più bello dell'anno e anche quel giorno il piccolo Angél Matej era all'asilo: da quando lo aveva iniziato asettembre, non era mai mancato, non si era ammalato e non aveva chiesto a Carlos di poter restare a casa. A Angél Matej adorava andare all'asilo, ma voleva papà Luka con sé e che lo portasse anche lui lì.



    "Dimmi, cosa devo scrivere? Poi puoi farci in allegato un disegno."



    La donna sapeva della situazione difficile di quel bambino, eppure lui non sembrava scoraggiato dall'assenza di uno dei due genitori. A volte si vedeva che soffriva, ma dava il meglio di se stesso in ogni attività che facevano.



    "Che sono stato bravo, non desidero giocattoli, ma solo che papà Luka possa passare il Natale con me e papi Carlos."



    L'aveva detto in modo molto semplice, ma Anne sapeva benissimo come poter formulare quella letterina a cui il piccoletto teneva molto. Doveva diventare molto significativa e dolce.



    "Va bene, ci penso io. Tu intanto prendi un foglio e inizia a disegnare qualcosa che poi attaccheremo alla letterina per Babbo Natale."



    Era bello per Anne vedere gli occhi di Angél Matej illuminarsi a quelle parole: quel bambino aveva davvero bisogno della presenza di entrambi i genitori e sperava che il messaggio sarebbe arrivato. Angél Matej dal canto suo si mise, felice, a disegnare: due figure più grandi che dovevano rappresentare Carlos e Luka, che tenevano per mano una figura più piccola, che era lui. Dietro di loro vi era anche una casa e il sole.



    "Maestra, puoi disegnare un cuore? Perfavore."



    Non serviva nemmeno che facesse gli occhi dolci, sapeva benissimo che la maestra lo avrebbe fatto a prescindere. Anne gli sorrise e prese il pennarello rosso, disegnando un cuore che inquadrava tutte e tre le figure, colorando solo dove non avrebbe coperto il resto dell'opera d'arte.



    "Ecco qua."

    tskkexI

     
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