The way of becoming a hero

Storia a capitoli

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    Eiko and her will



    "Allora ragazze, io e papà andiamo. Fate le brave: Eiko, se ci fossero problemi la signora Ikeda può venire a darvi una mano come in passato. In tavola c'è la tua colazione preferita e almeno uno di noi rientrerà in tempo prima che tu debba presentarti alla Yuuei."







    Eiko aveva una sorella più piccola, mentre i genitori erano entrambi degli eroi. Quel pomeriggio aveva il test d'ingresso alla scuola per eroi più conosciuta e rinomata di tutto il Giappone. Anche i genitori avevano frequentato quella stessa scuola ed era proprio quello il motivo per cui la ragazza si sentiva così in ansia: se non fosse riuscita a superare il test d'ingresso le sarebbe pesato molto e si sarebbe sentita come se avesse tradito tutta la fiducia che i genitori avevano sempre confidato in lei. La ragazza albina non si era mai e poi mai sentita sotto pressione da parte loro, non le avevano mai imposto di diventare un eroe come loro ed era stata lei stessa a scegliere quella strada. La sorellina, a differenza sua, non avrebbe mai potuto inseguire quel sogno, dato l'handicap che aveva. Il suo problema non era il fatto che fosse senza quirk: a tre anni le si era manifestato il quirk della madre, che rendeva animato ciò che disegnava.



    Il quirk di Eiko era però ben differente: il suo univa i quirk dei genitori, quindi lei poteva plasmare come voleva la pece, e gli animali che disegnava con essa potevano poi obbedire ai suoi ordini. Essendo però solamente di pece, non avevano le stesse qualità di quelli veri: un serpente non avrebbe mai avvelenato nessuno, ma essendo la pece molto appiccicosa, avrebbe rallentato o bloccato eventuali nemici. Quello era sicuramente un quirk di difesa e supporto, ma lei puntava a entrare nella sezione A o B, una delle due le sarebbe andata comunque bene, senza alcun problema. Si sentiva pronta per tutto quello che l'avrebbe aspettata se fosse passata, ma per prima cosa doveva riuscire ad entrare. Era sempre meglio non fasciarsi la testa prima di farsi del male.







    "Va bene mamma, buon lavoro! Io e Etsuko ce la caveremo benissimo da sole! Dopotutto se voglio essere un buon eroe devo anche sapermi occupare di mia sorella, no?"







    A Eiko non pesava mai dover passare il suo tempo libero a badare alla sorellina: anche se avevano cinque anni di differenza loro andavano sempre molto d'accordo ed era da quando Etsuko era piccola, che sua sorella maggiore si occupava di lei. Ovviamente lo faceva quando non doveva andare a scuola. Quel giorno Etsuko era ammalata, per quel motivo non era andata a lezione ed Eiko - dal canto suo - si sarebbe occupata volentieri di lei, invece che dover far andare la signora Ikeda da loro.







    "Ah, nel forno ci sono degli avanzi di ieri, basta che li riscaldate! Io o papà dovremmo ritornare massimo per le due del pomeriggio. Tu hai l'esame alle quattro, quindi non dovrebbero esserci problemi. Se dovessimo ritardare, manderemo la signora Ikeda. In ogni caso, buona fortuna piccola, li convincerai tutti che sei degna di entrare in quella scuola, smettila di preoccuparti tanto. Buona giornata a entrambe piccole mie!"







    La madre diede a entrambe un bacio sulla guancia, seguita poco dopo dal padre e alla fine loro uscirono in quella giornata completamente uggiosa, che avrebbe quindi costretto le due ragazze a restare lì in casa a giocare.







    "Dato che non possiamo uscire e vorrei comunque esercitarmi per il test d'ingresso di questo pomeriggio. Cosa vorresti che ti creassi, sorellina?"







    Dato che Etsuko aveva già fatto colazione con i genitori, per qualche momento si sarebbe potuta tenere occupata con un animaletto, facendolo giocare con qualcosa fatto con il suo quirk. Etsuko dal canto suo annuì alle parole della sorellona, pensando per qualche attimo: la sorella sapeva ricreare davvero fedelmente i gatti e se lei avesse creato un gomitolo di lana avrebbe potuto farlo giocare con esso.







    "Mi farebbe piacere avere un gattino. Lo farò giocare con un gomitolo!"







    Eiko annuì alle parole della sorellina e, con l'indice della mano destra, disegnò in aria, puntando verso il loro pavimento, un gatto. Si alzò solamente per andare a lavare le mani e poi si sedette nuovamente al tavolo, così da poter iniziare a mangiare la brioches al cioccolato con tè macha nella sua tazza preferita, assieme a una spremuta d'arance. Più pensava al suo quirk e osservava la sorellina che giocava con il gatto, più le veniva in mente che - una volta che sarebbe entrata alla Yuuei - avrebbe assolutamente dovuto pensare a un costume da eroe fatto di una sostanza che avrebbe impedito alla pece di attaccarsi a lei. Dato che anche suo padre aveva quel quirk, avrebbe potuto farsi consigliare qualcosa: dopotutto era riuscito a trovare qualcosa per evitare che quando usavano il loro quirk in casa, esso non restasse attaccato ovunque. Era bello avere un quirk simile, però era altrettanto complicato e soprattutto se lei finiva con l'esagerare, già sapeva che le sue mani avrebbero iniziato a formicolare, diventando rosse. Oltre il suo vero limite per ora non era in grado di utilizzarlo per tot tempo. Mantenerlo non l'avrebbe affaticata, però per quella mattinata di giochi con la sorellina non avrebbe creato altro, dato che non voleva rischiare di arrivare indisposta alla Yuuei. Eiko finì di godersi la colazione, tenendo sotto controllo la sorellina che era in carrozzina. Era triste per lei vederla in quello stato e, anche se l'aiutava come meglio poteva, per qualche motivo si sentiva comunque impotente. Era anche quello il motivo per cui aveva deciso di intraprendere quella strada: voleva poter aiutare il più possibile le persone, in ogni caso e non sentirsi impotente come a volte succedeva con la sorellina.



    "Etsuko dai, ora riposa un pochino sul divano, stai male, non devi stancarti troppo."



    La raggiunse dopo aver lavato i piatti della colazione e la prese gentilmente in braccio, stendendola quindi sul divano. La coprì per bene, accese un po' la televisione su qualche anime e si sedette sul pavimento, però lì vicino a lei, iniziando a leggere un libro. Aveva il corpo paralizzato dalle cosce in giù, motivo per cui non riusciva a camminare. Il massimo che poteva fare era strisciare a terra o spostare le gambe con le mani, ma era abbastanza umiliante per lei.



    "Sai sorellona... anche se non posso diventare un vero e proprio eroe, voglio provare a fare la creatrice di dispositivi di supporto per gli eroi! Potrei anche aiutare te nel trovare qualcosa per il tuo costume, che ne dici?"



    Etsuko lo aveva deciso in quel preciso istante, però le sembrava una buona idea e iniziare con l'aiutare la sorella maggiore era il modo migliore per iniziare, anche se aveva solo dieci anni.



    "La trovo una splendida idea! Nei prossimi giorni possiamo provare a fare delle bozze assieme, ma per ora vedi di riposare, non voglio che ti stanchi troppo. Ti voglio bene sorellina."



    Eiko le diede un bacio sulla fronte, che sentiva un po' calda, ma la madre le aveva preso la temperatura prima di andarsene e le aveva dato un antipiretico. Etsuko dopo non molto si addormentò, stanca o stremata dalla febbre. Passarono poi il resto della mattinata a rilassarsi e giocare a qualche gioco da tavolo molto semplice, prima che Eiko dovesse andare a sostenere il suo esame. La madre rientrò alle due precise e mangiarono tutte assieme.



    "In bocca al lupo, bimba mia. Sono sicura che spaccherai e andrà tutto bene. Non ti sentire sotto pressione perché sei nostra figlia. Non saranno più severi solo perché sei figlia di eroi. Avrai lo stesso metro di valutazione di tutti gli altri. Cerca di pensare a mente lucida su ogni cosa che devi fare, ma segui il tuo cuore: devi imparare a diventare un eroe, nessuno si aspetta che tu ti sappia comportare bene in qualsiasi situazione fin dall'inizio."



    Era un piccolo discorso di incitamento quello di sua madre: voleva che fosse se stessa e che non pensasse troppo al dopo, ma solo a quello succedeva live nell'esame. Sapeva benissimo che aveva tutte le carte in regola per essere ammessa e non aveva dubbio alcuno che sarebbe successo. Eiko annuì e sorrise, quasi poco convinta, ma doveva per forza confidare in sé e nelle sue capacità. Andò a prepararsi e alla fine uscì di casa, pronta ad affrontare ciò che la aspettava in quel pomeriggio uggioso.

    fandom: Boku no Hero Academia
    personaggi: Eiko Ishii, Etsuko Ishii
    genere: triste
    warning: OC
    wc: 1410 parole
    missione e prompt: Carretto dello zucchero filato - qualcosa di appiccicoso

     
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