Storie The Sprint Run - I Edizione

30.11.2019 ore 10:00 - 31.11.2019 ore 23:59 (possibile proroga di 24 ore)

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    Prompts:

    Parole (30):
    1. Cono gelato
    2. Sciarpa
    3. Scatoletta
    4. Giostra
    5. Cincillà
    6. Manuale d’istruzioni
    7. Sitcom
    8. Brutto cognome
    9. Carne al sangue
    10. Psicologia
    11. Viaggio a…
    12. Bucketlist
    13. Neonato
    14. Quaderno degli appunti
    15. Esame rimandato
    16. Buste della spesa
    17. Borsetta
    18. Profumo amato/odiato
    19. Spritz
    20. Puzza di fumo
    21. Mazzo di fiori
    22. Parco
    23. Lanterna
    24. Ombrello
    25. Campanello inopportuno
    26. Parenti
    27. Biscotto della fortuna
    28. Biblioteca
    29. Portafortuna
    30. Videogioco

    Battute (10):
    1. “E chi è quel bel bocconcino laggiù?” “Lo sposo.”
    2. “Sai cosa mi piace dei matrimoni? Le damigelle.” “Non ci pensare neanche.”
    3. “Champagne?” “Prendi la vodka”
    4. “Il conto per favore!”
    5. “Mi si è slacciato il reggiseno!”
    6. “Balliamo” “Non so ballare”
    7. “So solo che se non lo vedo trascorrerò il resto della vita a pentirmene.”
    8. “L'ho visto una volta in un film.” “Immagino che fosse un porno.”
    9. “Silenzio!”
    10. “Lo sai che sei davvero affascinante stasera?” “I complimenti non ti porteranno da nessuna parte” “Oh, ma i complimenti mi portano sempre da qualche parte” “Allora facciamo che ti portano da un’altra parte”

    Situazioni (10):
    1. A non sopporta l’idea dell’anima gemella. B vuole solo disperatamente appartenere a qualcuno.
    2. La tensione sessuale tra A e B sale così tanto che C li chiude in uno sgabuzzino… Con solo una scatola di preservativi. [Bonus: NSFW].
    3. Artist!AU: [Bonus: A posa per B].
    4. A vorrebbe andare in vacanza ma si ammala. B prende le ferie per stare con lui.
    5. Durante un party A propone obbligo o verità. Il gioco però non va come avevano immaginato. [Bonus: College!AU]
    6. A, B e C sono creature sovrannaturali che lavorano per prevenire l’apocalisse. [Bonus: l’ondata di licantropia che ha colpito la loro città non li aiuta].
    7. Pirate!AU
    8. A odia la pioggia, e piove ininterrottamente da un mese.
    9. A “corregge” il caffè di B per scherzo: non sa che B non regge affatto l’alcool.
    10. Fantasy!AU



    Edited by catching_hearts - 2/12/2019, 23:21
     
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    Prompt: 22. Parco
    Parole: 358

    Con il passare del tempo nascondere le loro uscite da fidanzatini stava diventando sempre più complicato; erano cugini e quindi che uscissero assieme non era una novità, dato quanto erano sempre stati vicini fin da piccoli ma, ora che avevano capito di amarsi, nasconderlo ai genitori era molto complicato.
    Quel pomeriggio Jin Mei e Fei Long si erano dati appuntamento ad un parco lontano da entrambe le loro case: i genitori di lei lavoravano e di sicuro non sarebbero finiti lì, la stessa cosa non si poteva però dire di Mo Guan Shan, che aveva il giorno libero. Era stato proprio quello il motivo che li aveva spinti a scegliere un posto lontano.

    "Amore, senti... ma se provassimo a parlarne con i nostri genitori? Non possiamo andare avanti così e prima o poi lo scopriranno, anche solo per puro caso." Fei Long non ce la faceva più a nascondere quel segreto; era come un macigno che pesava sul suo cuore.
    "Ti senti pronto a farlo? Io sinceramente no e lo sai come reagirà zio Mo appena lo sa. Dobbiamo pensare bene a un discorso da fare." Si fermarono ad una panchina del parco, Jin Mei appoggiò la testa sulla spalla del suo amato, sospirando appena. Era vero che dovevano parlare con i genitori, ma non era pronta alla sfuriata di Mo Guan Shan e l'espressione ferita di papà Cheng.
    "Posso capire benissimo il tuo timore amore mio, però ci amiamo così tanto che per me sta diventando davvero difficile nascondere il fatto che siamo fidanzati." Lui prese una mano di lei tra le sue e la strinse dolcemente, per infonderle calma e forza.
    "Sta diventando difficile anche per me. Solo che non sono pronta a vedere la faccia di papà Cheng appena lo scoprirà. Andrà tutto bene però, spero, e dovremo sicuramente mostrare veramente quanto ci amiamo, non lo accetteranno così facilmente."

    Fei Long si limitò ad annuire a quelle parole, rimanendo in silenzio. Seduti su quella panchina di quel parco quasi abbandonato dal mondo - erano letteralmente gli unici in quel momento lì presenti - restarono a pensare a come dare la notizia, cosa per niente semplice.
     
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    Prompt: 10. “Lo sai che sei davvero affascinante stasera?” “I complimenti non ti porteranno da nessuna parte” “Oh, ma i complimenti mi portano sempre da qualche parte” “Allora facciamo che ti portano da un’altra parte” e 2. La tensione sessuale tra A e B sale così tanto che C li chiude in uno sgabuzzino… Con solo una scatola di preservativi. [Bonus: NSFW]
    Parole: 450

    "Ci servono gli strumenti, ma sono in quello sgabuzzino. Tian e Rosso, potete andare a prenderli?"
    "No, fottiti. Perchè non vai a prenderli tu invece?" Mo non aveva alcuna intenzione di muoversi: l'idea di formare una band non era stata sicuramente sua e poi perché li avevano messi in uno sgabuzzino per le scope? "Saranno tutti impolverati ora, idiota."
    "Su piccolo Mo, non essere così scontroso, andiamo."

    He Tian mise un braccio attorno le spalle di Mo Guan Shan ed iniziò ad avviarsi verso il magazzino, mentre il rosso cercava, invano, di allontanarsi da lui. La mano libera di He Tian era ben aperta dietro la sua schiena e Jian Yi ne approfittò per tirargli un pacchetto di preservativi. He Tian riuscì a prenderlo al volo e gli mostrò un pollice in su, aumentando il passo verso la porta dello sgabuzzino. Appena furono dentro sentirono una chiave che chiudeva lo sgabuzzino e Mo si girò di scatto, dando colpi forti alla porta.

    "Stronzo, sei un uomo morto appena esco da qui, sappilo!" Mo non aveva problemi di claustrofobia, ma essere lì dentro gli portava alla mente quando suo padre era stato arrestato e in più era stato chiuso lì dentro con l'unica persona al mondo con cui avrebbe voluto essere da solo.
    "Fratello Mo calmati... non aprirà così facilmente." Tian sussurrò quelle parole al suo orecchio: il suo respiro era caldo sulla pelle del rosso, il moro era decisamente troppo vicino a lui e la sua mano già vagava al suo collo. “Lo sai che sei davvero affascinante stasera, piccolo Mo?” Era un tentativo di farlo calmare, ma al contempo di sedurlo, di farlo finalmente cedere.
    “Hai merda al posto del cervello? I complimenti non ti porteranno da nessuna parte, stronzo.” La voce di Mo non era vacillata nemmeno per un secondo, ma il tocco del coetaneo non lo lasciava mai del tutto indifferente.
    “Oh, ma i complimenti mi portano sempre da qualche parte, fratello Mo.” Tian stava usando ancora quel sussurro così sensuale e con la mano continuava ad accarezzargli il collo.
    “Allora facciamo che ti portano da un’altra parte, bastardo!”

    Mo tentò finalmente di allontanarlo da sè, senza però riuscirvi e ciò lo indisponeva ancor di più. Solo in quel momento si rese però conto di ciò che l'altro aveva nella mano che non era a cingere il suo collo e, a quel punto, arrossì violentemente, portando le braccia a nascondere il viso. Perché mai Jian Yi aveva dato a quel pervertito una scatola di preservativi?

    "Jian Yi sei davvero morto!"

    Urlò ancora, mentre fuori dallo sgabuzzino l'interpellato se la rideva di gusto, non immaginando affatto ciò che lo aspettava dopo, appena quei due sarebbero usciti da lì.
     
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    Fandom: Kuroko no Basket
    Prompt: 3. “Champagne?” “Prendi la vodka” e 9. A “corregge” il caffè di B per scherzo: non sa che B non regge affatto l’alcool.
    Parole: 373

    "Aomine-kun questa è davvero una pessima idea, lo capisci, vero? Posso darti lo Champagne?" A Kuroko non piaceva l'idea di dare del caffé corretto a Kise, ma non c'era stato modo di convincere Aomine del contrario e aveva deciso di rinunciarci definitivamente.

    "Passami la vodka, Tetsu, il caffé non va corretto con lo champagne."

    Il tono del maggiore risultava un poco' scocciato, ma non disse niente sul fatto che Tetsuya non ne sapeva nulla. Appena ricevette tra le mani la bottiglia di vodka la stappo e ne versò una dose non troppo generosa nel caffé, andando infine a nascondersi con Kuroko, in attesa del biondo.
    Kise rientrò dopo qualche minuto nello spogliatoio dove aveva lasciato le sue cose, caffé compreso, e iniziò a berlo. Si rese subito che qualcosa era diverso: aveva un vago sapore di... Alcool...?

    "Chi é stato a mettermi alcohol nel caffé?"

    Lasciò quasi subito la tazzina vuota sul tavolo e si alzò, iniziando a dirigersi verso la porta dello spogliatoio. Aveva bevuto poco, ma il suo passo già era incerto e, prima che finisse col capitombolare a terra, Kuroko andò in suo soccorso e lo sorresse, guardandolo preoccupato.

    "Kuro... Kocchi, qualcuno ha messo alcool nel mio caffé. Non sto bene."

    Il corpo di Kise non reggeva per niente l'alcohol e ora non poteva nemmeno andare agli allenamenti in quelle condizioni.

    "Dirò all'allenatore che stai male e resterò qui con te, Kise-kun."

    Kuroko lo aiutò a tornare seduto, la schiena appoggiata al muro, mentre malediceva Aomine e la sua più che stupida idea.
    Sparì per qualche secondo per parlare con l'allenatore - per fortuna non fece storie - salvo poi tornare da lui e sederglisi vicino.

    "Il coach ha detto di saltare gli allenamenti, non ci sono problemi. Ti accompagno a casa, Kise-kun."

    Kise a malapena lo aveva ascoltato, ma aveva fatto cenno di sì con la testa e, dopo aver preso tutto con l'aiuto di Kuroko, andarono a casa sua.

    - Aomine-kun sei stato un incosciente... non regge l'alcool e ho dovuto portarlo a casa. Non fare mai più' uno scherzo simile.
    Inviò il messaggio e mise via il cellulare, occupandosi quindi del biondo, dato che i suoi genitori non c'erano e non poteva lasciarlo solo in quelle condizioni.
     
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    Fandom: Bungou Stray Dogs (crossover con pokémon)
    Prompt: 1. Cono gelato
    Crosspost: Pokémber
    Parole: 495

    "Fame... freddo..."

    Avere fame in pieno inverno, non avere soldi ed essere a digiuno da così tanti giorni che ormai ne aveva perso il conto, non era la cosa ideale per Atsushi. La sua famiglia adottiva lo aveva sbattuto fuori casa alcuni giorni prima, ma erano almeno due settimane che non faceva un pasto decente.

    I vestiti che aveva addosso erano lerci, strappati e non contenevano che solo in parte il suo corpo troppo grande e magro per essi. Erano stati riciclati dal primogenito della coppia e non li aveva mai cambiati, non gliene erano stati mai dati altri.

    Sentiva così tanto i morsi della fame che sarebbe stato in grado di mangiare anche qualcosa di velenoso, ma era inverno, gli alberi erano spogli e lui non aveva la forza di provare a rubare qualcosa.

    Atsushi avanzava lentamente al limitare della foresta: lì vi era l'erba alta, ma aveva intravisto un cono gelato: forse, anzi sicuramente, era un'allucinazione, ma doveva controllare dato che non riusciva a restare più senza cibo.


    "Gelato... buono..."


    Ai lati della sua bocca già si era formata della saliva al solo pensiero di poter mettere nello stomaco qualcosa di così buono, nonostante il freddo che faceva in quel momento. Cercò di avvicinarsi il più possibile, ma fece rumore calpestando un ramo che era a terra, attirando così l'attenzione di ciò che aveva pensato fosse qualcosa di commestibile.

    Non aveva avuto un'allucinazione, solo che quello era un pokèmon: un Vanillish per la precisione e sembrava avere tutte le intenzioni di attaccarlo in quel momento. Gli era sempre stato detto di stare lontano dall'erba alta e ora capiva il perché. Cercò di arretrare senza perdere mai di vista il pokémon ghiaccio, ma alla fine cadde a terra e si coprì con le mani, temendo l'attacco di Vanillish. Un attacco che non lo colpì mai e ciò lo rese molto perplesso, ma appena aprì gli occhi gli fu chiaro il motivo. Tre piccoli pokèmon si erano messi in mezzo e quello di tipo ghiaccio era scappato poco dopo.



    "Stai bene? Io sono il Campione. Loro sono invece Sobble, Scorbunny e Grookey." Atsushi aveva già sentito parlare di quel ragazzo, ma vederlo di persona era tutta un'altra cosa.

    "I-io... ho fame e freddo, ma per il resto sto bene, grazie." L'ultima cosa che voleva era sembrare patetico ai suoi occhi, ma le parole erano uscite dalle sue labbra ancor prima che potesse fermarle.

    "Vieni con me. Ti darò da mangiare e potrai scegliere uno di loro tre."


    Il Campione fece cenno con il capo verso i tre pokèmon, che in quel momento li stavano osservando incuriositi. Atsushi sorrise e si alzò in piedi, seguendolo poi a casa sua. Si sentì un po' in colpa per quanto mangiò, ma almeno in quel modo era riuscito a riacquistare un po' di forze.


    "Ciò che hai fatto è stato molto pericoloso e al contempo coraggioso, per questo voglio darti uno degli starter. Chi vorresti?"

    "Vorrei Sobble, grazie mille."
     
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    Fandom: Bungou Stray Dogs
    Prompt: 12. Bucketlist
    Parole: 110

    Caro Babbo Natale,

    Come ogni anno sono stato un bambino molto buono. Qui all'orfanotrofio però continuano a bullizzarmi e i capi sperano solamente che io prima o poi faccia una brutta fine, ma non dovrebbe essere così. Io mi impegno in ciò che faccio e se la tigre mi perseguita... io non posso farci nulla.
    Sono stato portato a casa da molte famiglie, solo per essere riportato indietro dopo qualche giorno, cosa c'è di sbagliato in me?
    Per questo Natale, caro Babbo Natale, chiedo solo che una famiglia gentile arrivi e mi porti via per sempre da questo posto in cui non sono amato, bensì maltrattato.

    Tanti saluti
    Atsushi Nakajima
     
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    Fandom: Psycho Pass
    Prompt: 4. Giostra e 7. “So solo che se non lo vedo trascorrerò il resto della vita a pentirmene.”
    Parole: 400

    "Akane-san, non vorrete mica andare ad incontrare Makishima da sola, vero?" Masaoka stava fissando l'ispettrice che in quel momento si stava preparando: il loro acerrimo nemico le aveva dato appuntamento ad un parco divertimenti, alla giostra che li avrebbe portati a vedere tutta la città dall'alto.

    "Devo, che piaccia o no. Mi ha detto di andare lì da sola e sappiamo benissimo tutti di cos'è capace, non possiamo permetterci di scherzare con il fuoco." La voce di Akane era risultata molto decisa, anche se un po' di paura l'aveva.

    "In ogni caso è un gesto sconsiderato, Akane-san. Almeno uno di noi dovrebbe restare in macchina, nel caso tutto ciò non fosse altro che una trappola." Masaoka era uno tra i più razionali e non gli era difficile far ragionare le altre persone, ma in quel momento non stava riuscendo nel suo intento.

    "Non posso andare accompagnata, anche se restate in macchina lui potrebbe accorgersene. So solo che se non lo vedo trascorrerò il resto della vita a pentirmene. Vogliamo evitare che combini disastri, no? Allora fidatevi di me.”



    Akane finì di allacciarsi il giubbotto e sorrise agli Esecutori presenti nella stanza: Ginoza era via in quel momento, per sua fortuna. Masaoka cercò di ribattere nuovamente, ma Akane si avviò semplicemente alla porta, sorridendo per tranquillizzare tutti.

    Mentre guidava per raggiungere il parco giochi che le aveva indicato Kirishima, l'ansia le saliva addosso: Masaoka aveva ragione, era stato pazzo non prendere con sé nessuno di loro, nemmeno un Dominator, richiesta esplicita di Makishima, ma era per il bene delle persone.

    Parcheggiò vicino all'entrata e, dopo essere entrata, andò direttamente alla ruota panoramica. Non fu per niente difficile trovare Makishima in mezzo alle persone, che ovviamente la aspettava.



    "Sei venuta davvero da sola come ti avevo detto, Akane Tsunemori, brava."



    Fu lei a salire per prima su una delle cabine, seguita subito da lui, che si sedette di fronte a lei, osservandola. La ruota si sarebbe bloccata mentre erano in cima, lo aveva già accordato con il proprietario della giostra e infatti così fu.



    "Resterà bloccata finché non finiamo di parlare, non succederà niente, a meno che tu non mi faccia arrabbiare. Puoi rilassarti."



    Per Makishima era facile parlare in quel modo, ma da quella discussione dipendeva l'incolumità di moltissime persone dopotutto, ma era sempre stata brava nel lavorare sotto stress, ci sarebbe riuscita senza dubbio anche quel giorno con molta probabilità.

    Fandom: Originali
    Prompt: 15. Esame rimandato e 20. Puzza di fumo
    Parole: 138


    Alexander non sarebbe mai riuscito a dare l'esame di cinese la settimana dopo: era seduto sul divano di casa sua, il grande libro sulle sue gambe, una sigaretta accesa in bocca e cercava di concentrarsi su ciò che stava studiando, ma non ne veniva a capo. Sospirò e buttò fuori dalla bocca una nuvola di fumo: anche quell'esame sarebbe stato rimandato e di quel passo non si sarebbe mai laureato.

    "Alexander, hai..." La madre del ragazzo bloccò la frase a metà, coprendosi le narici. "Che forte puzza di fumo...! Quanto stai fumando in questi giorni? Apri quella finestra per favore."

    "Mamma lasciami in pace, che sto cercando di studiare.

    Alexander non aveva mai sopportato le lamentele di sua madre riguardo il suo vizio di fumare e quello era il momento meno adatto per lei di fargli una predica.
     
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    Prompt: 21. Mazzo di fiori
    Crossposting con: Maritombola 10 | Prompt: 52. Grave
    Parole: 240

    Tornare in quella casa era fonte di dolore per He Tian, ma era dove era cresciuto, dove sua madre lo aveva allevato fin quando non era morta e ora vi viveva il suo fratellone assieme a tutta la servitù. Non sapeva molto bene perché anche Jian Yi venisse tenuto lì, doveva avere a che fare con il lavoro di suo padre e di suo fratello.

    He Tian si era allontanato da quel posto: gli riportava alla mente i momenti belli con la madre, ma anche esperienze non esattamente felici. Quando era arrivato con i suoi amici aveva ordinato alle domestiche di ordinargli un mazzo di fiori e ora era lì, su quella collina davanti alla tomba dell'amata madre. Non aveva tantissimi ricordi di lei, era morta quando lui era ancora molto piccolo e da quel momento era stato Cheng, assieme alle domestiche, a prendersi cura di lui, ma gli era sempre mancata molto.

    Sospirò e appoggiò il mazzo di fiori, delle splendide rose bianche - le preferite di sua madre - sulla superficie liscia e bianca della tomba, chiudendo appena gli occhi in una silenziosa preghiera.

    - Prega per me, mamma. Credi che Mo Guan Shan prima o poi capirà perché gli do sempre tutte quelle attenzioni? -

    Non avrebbe mai ricevuto risposta dalla donna, ma sapeva che vegliava ogni giorno su di lui, che era lì con lui anche se non la poteva vedere.

    "Tornerò presto a trovarti, mamma."
     
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    Fandom: Pokémon
    Prompt: Cincillà
    Crossposting: Pokèmber
    Parole: 334

    Quella sera Dandel stava tornando a casa di buonumore: anche se la riunione improvvisa gli aveva impedito di andare a prendere il gatto, era riuscito a mandare il fidanzato Laburno a prenderlo. Gli aveva mandato più foto del batuffolo che aveva scelto, giusto per essere sicuro che l'altro non finisse col prendere il felino sbagliato, quindi ora che era sulla soglia di casa, si aspettava di trovare il gattino al calduccio.
    Prese le chiavi dalla valigetta ventiquattrore e le infilò nella toppa, aprendo così la porta di casa. Vi era un silenzio surreale, lo doveva ammettere: anche se Laburno non era molto chiassoso, di solito c'era almeno la televisione accesa.

    "Sono tornato."

    Forse era sotto la doccia? Dato che non ricevette risposta, Dandel avanzò per il corridoio, fino a raggiungere il salotto e ciò che vide gli fece alzare un sopracciglio con fare deluso. Laburno era disteso sul divano con qualcosa che non aveva per niente a che fare con un gatto.

    "Dove... dove è il micio?" Si guardò attorno, ma non ve ne era nemmeno l'ombra.

    "Non c'è. Guarda invece quanto è carino questo cincillà! Prendiamo lui piuttosto. Era tutto solo in una gabbia, non potevo lasciarlo lì." Che Laburno avesse un debole per cose simili Dandel ne era al corrente da troppo tempo, ma come aveva potuto fargli quello?

    "Una cosa ti avevo chiesto, dato che mi hanno piazzato una riunione all'ultimo minuto e tu...? Te ne torni con quel... coso, qualsiasi nome abbia, invece del gatto che volevo. Mi hai profondamente ferito e deluso." Non l'avrebbe passata liscia, il giorno dopo sarebbe andato a prendersi il gatto, però si sentiva davvero ferito.

    "Non mettere il broncio. Pensavo ti sarebbe piaciuto comunque. In ogni caso, era dal veterinario per gli ultimi controlli."


    Era stato solo uno scherzo quello di Laburno, anche se aveva tutte le intenzioni di tenere anche il cincillà. Non immaginava che se la sarebbe presa così tanto, ma col senno di poi avrebbe dovuto averglielo detto prima, sì.


    "Scusami."
     
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    Prompt: 9. Carne al sangue
    Crossposting: Maritombola 10 prompt 72. Quantità
    Parole: 245

    Che Tian non fosse capace di cucinare non era di certo una novità, su quello non ci pioveva. Mo Guan Shan era stato obbligato ad armarsi di pazienza, che decisamente non era una delle sue virtù, e a insegnargli a cucinare qualcosa di molto semplice.

    Più o meno vi era riuscito e quel giorno Tian lo aveva costretto a restare a casa sua e gli aveva vietato di restare in cucina, altrimenti avrebbe messo becco in ogni cosa che faceva. Quella sera aveva optato per una bistecca al sangue - proprio come piaceva al piccolo Mo - insaporita con una varietà di spezie che aveva comprato per l'occasione.

    Quando lo chiamò a tavola, era convinto che fosse andato tutto bene, ma l'espressione schifata di fratello Mo e la sua conseguente corsa al bagno per rimettere il pezzo di carne che aveva assaggiato, suggeriva che non era così.



    "Cazzo, mi vuoi avvelenare, stronzo? La cottura è pure giusta, ma la quantità di spezie che hai usato è esagerata! Non puoi mescolarne 7 assieme, idiota."



    Mo aveva continuato con gli insulti per tutto il tempo, ma Tian alla fin fine era felice: almeno la cottura gli era riuscita bene, anche se la cena in sè non era stata comunque apprezzata. La cosa positiva era che comunque non aveva rischiato di mandare a fuoco la casa e per la quantità di spezie beh, la prossima volta si sarebbe regolato e ne avrebbe usata solo una, al massimo due.
     
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