Fic terza settimana Cow-t 10

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  1. catching_hearts
     
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    Hinata è un Puk (mitologia norrena) e viene salvato da domatore!Atsumu, diventando così il suo nuovo draghetto domestico

    Erano svariati giorni ormai che la porta di quella casa non veniva aperta: i proprietari erano morti in un incidente due giorni prima e nessuno era ancora andato lì per prendersi gli averi degli anziani che ora non c'erano più. Quelle due persone erano sempre state molto gentili con Hinata: era un Puk, un draghetto domestico e, da quando lo era diventato per quella coppia non aveva fatto altro che portare loro varie cose che aveva rubato in giro. Il draghetto se ne stava sempre disteso sul davanzale della finestra della camera padronale, nella vana attesa che qualcuno arrivasse a liberarlo: non riusciva ad uscire dalla casa da solo e stare lì dentro iniziava ad essere pesante per lui, soprattutto contando il fatto che non c'era più da mangiare non solo per lei, ma in generale. Probabilmente i due anziani quando erano morti stavano andando a prendere cibo da qualche parte, ma alla fine non erano più tornati e lui era stato abbandonato lì. Non sperava più di sentire quella porta al piano di sotto aprirsi, ma finalmente accadde: qualcuno doveva essere arrivato per controllare lo stato della casa o gli averi, non aveva importanza, Hinata doveva approfittarne per andarsene di lì prima che fosse troppo tardi.
    Sarebbe stato difficile per lui sopravvivere allo stato brado, abituato come era a vivere in casa, quindi doveva trovare in fretta un altro proprietario, altrimenti sarebbe sicuramente morto nel giro di poco tempo. Volò fuori da quella casa e si addentrò nel bosco che la circondava: si sentiva un po' indebolito e per quel motivo cercava di tenersi basso nel volare, così da non fare un estremo capitombolo per terra. Aveva la fame che lo accecava e le sue piccole ali, il suo piccolo corpo facevano solo male. Notò una piccola roccia su cui si sarebbe potuto appollaiare e riposare, sperando di riuscire a prendere qualche animaletto selvatico, ma nel cercare di atterrare finì solamente col farsi male a causa della debolezza. Un dolore lancinante attraversò la sua ala destra e un lamento sfuggì dal suo muso, mentre chiudeva gli occhi dolorante.
    Non ebbe idea di quanto rimase lì disteso in quel bosco, circondato solo dagli alberi e dal fruscio delle loro foglie, ma alla fine sentì qualcuno prenderlo tra le mani: non aveva idea di ciò che volesse fargli, ma non aveva la forza per reagire.

    "Un puk ferito...? Cosa ci fai qui?"

    Atsumu era un allenatore di draghi e ne conosceva tutte le specie: quando si era trovato davanti quel piccolo drago arancione con un'ala rotta aveva capito subito che era uno di quelli domestici. Ovviamente non ricevette risposta, dato che quelle creature non potevano parlare come gli umani, ma lo prese delicatamente tra le mani, osservandolo più da vicino.
    Era palese quanto fosse debole, forse era rimasto senza cibo per del tempo... Aveva sentito di una coppia di anziani morti, era stato forse il suo draghetto domestico? Qualunque fosse la sua storia doveva assolutamente portarlo a casa e guarirlo, o in quelle condizioni difficilmente avrebbe superato la notte.

    "Non avere paura, ti porto in un posto sicuro e ti curerò l'ala. Potresti anche diventare il mio puk."

    Atsumu gli parlava come se fosse un essere umano, come se quel draghetto potesse davvero capirlo, ma sapeva che non era così. Erano creature molto diverse da loro e non potevano nè parlare, nè capire la loro lingua. Lo vide però rilassarsi e quindi si incamminò sulla via di casa, che non era poi così lontana da lì, solo dalla parte opposta di quella foresta. La conosceva letteralmente a memoria, non c'era nessun segreto per lui lì e sapeva bene anche tutti gli animali che la abitavano: per quel motivo si era stupito nel trovarvi quel Puk ferito e allo stremo delle forze.
    Appena arrivarono nella sua dimora, Atsumu si diede da fare nel sfamarlo e cercare di mettergli a posto l'ala: avrebbe impiegato del tempo a guarire del tutto, ma non era così grave da non farlo più tornare a volare per fortuna. Atsumu fu più che felice nel vederlo migliorare di giorno in giorno e, man mano che il tempo scorreva, finiva col trovare sempre dei piccoli regalini sul tavolo della cucina, sul cuscino vicino alla sua testa, oppure sul comodino vicino al letto. Dopotutto quel tipo di draghi era un ammassatore di tesori e Hinata voleva assolutamente sdebitarsi con quell'uomo per avergli dato una nuova casa, una nuova vita e nuova speranza. Quell'uomo era stata una manna dal cielo: se non lo avesse trovato ora sarebbe stato bello che morto in pasto a qualche altro drago, invece aveva un nuovo proprietario che lo trattava bene e si occupava di lui come doveva, come quella coppia aveva fatto in precedenza finché ne era stata in grado. Se avesse saputo parlare gli avrebbe detto a voce quanto gli era riconoscente, ma tutto ciò che poteva fare era solo ripagarlo con ciò che rubava per lui e cercava sempre di prendere le cose che gli sembravano avere più valore tra tutte quelle che trovava nei suoi voli al di fuori di quella che era la sua nuova casa.

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8 replies since 22/2/2020, 23:28   56 views
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