Settima settimana

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    Brutte notizie



    "Buongiorno signorina He, abbiamo i risultati della sua villocentesi e dovrebbe recarsi qui da noi il prima possibile per discuterne."



    Quando Jin Mei aveva ricevuto quella chiamata, si era subito allarmata: credeva che le avrebbero fatto sapere che era tutto a posto, invece volevano discutere di cos'avevano scoperto. Deglutì appena, mentre il silenzio che regnava in casa in quel momento sembrava voler farla diventare lentamente pazza.



    "Potrei... questo pomeriggio, verso le quattro, assieme al mio fidanzato e sicuramente mio padre."



    Avrebbe parlato con Qiu, sarebbero andati a prendere Fei Long appena finita scuola e si sarebbero diretti dal loro ginecologo. Avevano lo stesso: lei si era affidata a lui proprio perché aveva seguito sempre suo padre durante le gravidanze e si sentiva più tranquilla se poteva andare da qualcuno con cui aveva una qualche conoscenza.
    Appena chiuse la chiamata lasciò il cellulare vicino a sé e sospirò appena, cercando di non pensare al peggio: quel bambino era arrivato in modo inaspettato, lo aveva quasi perso un mese e mezzo prima, ora chissà cosa potesse avere. Dopo la minaccia di aborto le avevano prescritto riposo assoluto con utilizzo di progesterone e lei aveva seguito tutto alla lettera. L'ultima ecografia che aveva fatto aveva messo in evidenza che il distacco della placenta era rientrato, ma il ginecologo, data la giovane età e la precedente minaccia, le aveva prescritto ulteriore riposo fino alla nascita di suo figlio.



    Era stato un colpo duro per lei, già in quel mese le era stato assai difficile starsene sempre a letto, ora in più rischiava di dover ripetere l'anno. Non era assolutamente ciò che voleva, quindi aveva iniziato a seguire le lezioni su skype e almeno agli esami si presentava a scuola.



    Si alzò con cautela dal letto e uscì dalla stanza, percorrendo il corridoio fino a raggiungere la camera matrimoniale dei genitori. Era ancora scossa, perché era sicura che se volevano vederli non poteva non essere nulla. Dopo qualche secondo bussò alla porta in legno e l'aprì dopo aver ricevuto il permesso di entrare.
    Qiu si stupì non poco quando vide entrare la sua piccola: pensava fosse stata una delle domestiche. Le fece cenno di andare a sedersi vicino a lui sul letto e lei non se lo fece ripetere due volte.







    "Non hai una bella cera piccola, qualcosa non va?" Il suo tono ora era preoccupato e la abbracciò non appena lei gli si sedette vicino.



    "Mi hanno appena chiamata perché sono arrivati i risultati della villocentesi e dopo scuola dovremmo andare a prendere Fei Long e poi passare dal ginecologo." La ragazzina si crogiolò nel suo abbraccio, stringendosi forte a lui, cercando quel senso di protezione che il padre sempre le trasmetteva. "Mi hanno detto di andare lì il prima possibile per discuterne e ho paura che il nascituro abbia qualche malformazione." Sussurrò infine, mentre i suoi occhi diventavano lucidi. "Se... se ne avesse una per cui é più indicato se abortissi? Non voglio." Nascose il viso nel petto del padre, lasciando che qualche lacrima andasse a rigarle le guance.



    "..." Qiu la strinse tra le sue possenti braccia, accarezzandole capelli e schiena per cercare di tranquillizzarla. "Se la cosa fosse così grave ti avrebbero detto di andare subito, quindi credo sia una cosa minore." Non poteva esserne certo, però voleva che si calmasse, anche perché tutta quell'ansia non faceva bene a nessuno dei due. "Qualsiasi cosa abbia, lo o la ameremo tutti in ogni caso e ci daremo da fare per far avere il massimo dell'assistenza medica, nonché la migliore." Gli si spezzava il cuore nel vedere la sua piccola così, ma quello era il suo primo figlio e anche lui alla prima gravidanza aveva sempre avuto molta paura.

    Jin Mei non rispose immediatamente: quelle parole erano proprio ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Da quando era rimasta incinta, quasi quattro mesi prima, si era sempre confidata col padre. Quella situazione li aveva avvicinati moltissimo, soprattutto perchè anche Qiu stesso era, di nuovo, in dolce attesa e quindi lei poteva contare sul suo massimo supporto.

    "Dopo aver impiegato tanto a convincervi che questo figlio lo voglio e che in nessun modo rovinerà il mio rendimento scolastico, ci mancherebbe solo che il feto non sia messo bene. Ci starei davvero molto male, non posso farci molto." Si sentiva già un po' meglio e si accarezzò il piccolo rigonfiamento che si vedeva nel suo ventre. Ancora non percepiva movimenti da parte del bambino, ma sapeva che era lì e che stava crescendo, che tra circa cinque mesi lo avrebbe avuto tra le braccia, rendendola la ragazza più felice del mondo. "Non so cosa farei senza il tuo aiuto e supporto: da quando ho avuto la minaccia d'aborto ogni cosa mi allarma e se tu non fossi qui a casa con me, credo che rischierei un esaurimento nervoso."



    Qiu sorrise dolcemente, mentre posava una mano su quella con cui lei si stava accarezzando il ventre. "Sai. Io mentirei se ti dicessi che quando sono rimasto incinto di te, non mi sono sentito insicuro quanto sta succedendo a te in questo momento.
    Quando l'ho detto a Cheng, mi sono barricato in camera con il timore che non avrebbe accettato l'idea di avere un figlio." Con il senno di poi gli veniva da ridere anche solo a pensare a come si fosse comportato, dato che Cheng aveva accettato subito e di buon grado la lieta novella. Dato che la sua piccola non sembrava voler parlare, forse per non interrompere il racconto, andò avanti. "Lui invece ha preso benissimo la notizia e anzi… si è occupato di me in modo fantastico, non mi ha mai fatto mancare nulla e ha trovato il miglior ginecologo della città per farmi seguire passo dopo passo durante la gravidanza. Ho sempre avuto tanti di quei dubbi, timori e paure e non avevo nessuno con cui esternarli, a parte con Cheng stesso. Io invece sono sempre qui per te e ti aiuterò nel miglior modo che mi sarà possibile. Non ho rischiato un aborto spontaneo, né con te, né con Jun Wei, ma posso capire che possa impaurire. Avrai sempre il mio aiuto psicologico, potrai parlarmi di qualsiasi cosa e se non saprò cosa dirti, andremo dal ginecologo. Io ci sono, non ti abbandono piccola." Forse parlando dell'aborto l'aveva rattristata, ma voleva che restasse positiva. "Hai l'immensa fortuna di avere un ragazzo che non ti ha abbandonata con un figlio, nessuno di noi glielo avrebbe permesso, non ti ha mai chiesto di abortire... Fei Long ha dimostrato per l'ennesima volta di poter avere la nostra più completa fiducia e vediamo in ogni suo minimo gesto quanto ti ama e quanto ama questa creatura che sta crescendo in te. In ogni caso puoi affidarti a tutti noi in ogni momento, chiedi e ti sarà dato." Lui e Cheng non avevano mai davvero viziato i figli nonostante tutti i soldi che avevano. C'era da dire che nessuno dei due era mai stato troppo pretenzioso, ma ora erano pronti a darle tutto. "Sarò con te durante il parto se vorrai e, soprattutto, se i tuoi fratellini non decideranno di venire al mondo prima del tuo pargolo. Per ovvie ragioni non ho potuto e non potrò mai fare un parto naturale, ma se Fei Long non se la sentirà, ti starò vicino io."

    Jin Mei sapeva benissimo che i suoi genitori ci sarebbero sempre stati per lei in ogni caso e di questo era davvero grata a loro. Anche se Qiu non era il suo papà preferito - lo adorava eh, ma lei si era sempre sentita più vicina a Cheng, anche se fino a qualche anno prima era molto più assente - per certe cose c'era sempre per lei. Non sarebbe mai stata in grado, tre mesi prima, di andare ad aprirsi con lui, di chiedere proprio a Cheng se ciò che sentiva poteva significare che fosse rimasta incinta. L'avrebbe presa malissimo, mentre Qiu era stato tranquillo, era anche andato a prendere il test di gravidanza da farle fare, ma non si era mai mostrato deluso. Era stato più incredulo, ma gli era stato palese che fosse stato un errore e non aveva voluto indagare troppo, anche se Jin Mei aveva cercato di spiegargli cosa fosse successo.

    Era stato Qiu stesso a leggere la risposta del test, dato che Jin Mei era troppo scossa e non c'erano stati dubbi: vi erano segnate due linee blu, era in dolce attesa. Qiu era stato sempre d'aiuto per parlare con Cheng e anche quella volta erano stati in grado di rendere la pillola meno aspra: anche lui era nuovamente incinto e quindi gli avevano fatto una doppia sorpresa. Jin Mei a volte si chiedeva come sarebbe stato se non avesse mai avuto la complicità del papà albino: in quel momento più che mai ringraziava però che fosse lì con e per lei.



    "Grazie papà. Sono felice che hai deciso di raccontarmi questa storia di quando aspettavate la mia nascita. Sei anche stato in grado di tirarmi su di morale con tutte queste belle parole. Ti voglio un sacco di bene."



    Lo disse guardandolo negli occhi con un piccolo sorriso sulle labbra. In quelle condizioni forse sarebbe riuscita a mascherare meglio a Fei Long la propria preoccupazione. Non sarebbe stato però facile fare finta di nulla per evitare che il suo ragazzo scappasse da scuola solo per raggiungerla. Si sporse appena oltre il padre, per riuscire a vedere l'orario: presto sarebbe iniziata la pausa pranzo ormai e, come al solito, Fei Long l'avrebbe chiamata.

    Nonostante si sentisse un po' meglio decise di restare abbracciata al padre: non aveva importanza se assisteva alla chiamata, non dovevano più nasconderlo ormai.

    Chiuse un po' gli occhi, restando quasi in uno stato di dormiveglia, salvo poi riaprirli appena sentì il cellulare vibrare in tasca. Era sempre il suo ragazzo a chiamarla, lei evitava giusto nel caso che non fosse ancora uscito dalla classe.



    "Buongiorno amore, come stai?" Fei Long era andato al loro solito posto: il tetto della scuola. Lì erano sempre da soli e anche ora che Jin Mei era costretta a restare a casa, lui si rifugiava lì ogni giorno per chiamarla.

    "Buongiorno a te, amore mio. Sto abbastanza bene, nostro figlio anche. Tu invece? Tutto a posto a scuola?" Il tono della ragazza era risultato, involontariamente, strano e ciò non era sfuggito all'udito attento del ragazzo.

    "Io sto bene e anche a scuola è tutto a posto. Tu invece mi sembri strana. Qualcosa non va?" Il tono di Fei Long era palesemente preoccupato. Qualsiasi cosa interessasse la sua fidanzata doveva saperlo a tutti i costi.

    "È solo un po' di stanchezza: questa notte non sono riuscita a dormire e quindi sono senza energie al momento." Sperava che le credesse, anche se grazie al morso lui poteva ben capire che non era così.

    "Avevi troppi pensieri per la testa?" Fei Long allontanò per qualche attimo il telefono dall'orecchio, così da poter guardare il calendario: stava forse dimenticando qualcosa di importante?

    "Non lo so nemmeno io con certezza. Continuavo a fissare il soffitto e anche se provavo a chiudere gli occhi, non cadevo tra le braccia di Morfeo." In parte era la verità, ma ciò che era falso era che fosse stanca.

    "Mh... Qualcosa non mi convince. Sei sicura che sia tutto qui?" Forse lei stava cercando di minimizzare il tutto solo per evitare che saltasse la scuola? Poteva benissimo sentirlo anche dal morso che era preoccupata per qualcosa. Forse era meglio se andava direttamente da lei, tanto non avrebbe ricevuto la risposta che voleva.

    "Ti assicuro che non è niente, ma poi all'uscita della scuola vieni al fuoristrada di mio padre." Forse aveva detto troppo, ma lo aveva dovuto avvertire per forza.

    "Va bene. A più tardi allora."



    Fu la ragazza a chiudere la chiamata e appena mise via il cellulare sospirò pesantemente: ora Fei Long si sarebbe sicuramente presentato lì in massimo un'ora, ne era più che certa. Fei Long dal canto suo era rimasto particolarmente colpito e per fortuna aveva portato con sé lo zaino. Lo prese e scese le scale dell'edificio fino in giardino; da lì si avvicinò al muretto e, con un po' di agilità - che aveva ereditato da Tian - lo scavalcò. Non faceva mai cose simili, ma probabilmente ne andava della vita della sua ragazza o del bimbo che portava in grembo. Non ci aveva pensato su due volte prima di decidere di scappare. Dovette per forza di cose prendere un taxi, dato quanto Jin Mei abitava lontano dalla scuola e lui non disponeva di altri mezzi per raggiungerla. Quando guardò per bene il calendario gli sovvenne un dettaglio: non era forse quello il giorno in cui avrebbero ricevuto la risposta della villocentesi? Era forse preoccupata per quelli?

    Mai tragitto gli sembrò più lungo di quello: lo era anche di suo, dato che ci voleva un quarto d'ora, ma era ora di pranzo e le strade pullulavano di persone o auto in coda. Aveva solo voglia di raggiungere la fidanzata e la creatura che tra qualche mese avrebbe messo al mondo, ma le persone sembravano volerglielo impedire. Nervoso scrisse a Huan Yong, suo fratello gemello:

    + Sto andando da Jin Mei, coprimi in qualche modo, per favore. +

    Non avrebbe dovuto farlo, ne era consapevole, ma sapeva che i suoi genitori lo avevano fatto anche loro a volte. Per di più i loro erano motivi futili, il suo no. Ben presto gli arrivò la risposta del gemello, che gli diceva di stare tranquillo che ci avrebbe pensato lui. Aveva anche aggiunto di fargli sapere se la cugina e il futuro nipote stavano bene, perché lo aveva capito pure lui che qualcosa non andava se suo fratello arrivava addirittura a uscire da scuola senza permesso per raggiungere casa della ragazza. Non era però certo che Qiu avrebbe tenuto la bocca chiusa, ma non era di suo interesse: al massimo sarebbe stato punito e sapeva di cosa fosse capace suo fratello, pur di mostrare di essere qualcuno di valido.

    Il taxi impiegò altri minuti prima di arrivare a casa della ragazzina e quando finalmente scese, sospirò a fondo. Sapeva che ci sarebbe stato lo zio Qiu: era incinto pure lui e, con il lavoro che faceva, era troppo pericoloso. Si sarebbe sicuramente arrabbiato, ma lui andava molto bene a scuola e saltarla per mezza giornata non avrebbe portato molti problemi al suo curriculum scolastico.

    Suonò il campanello e poco dopo, sulla soglia della porta, apparve una delle domestiche: venne fatto entrare subito e la donna lo avrebbe accompagnato al piano di sopra, dove c'erano le stanze da letto, ma notò scendere sia Qiu sia Jin Mei. Qiu congedò con gentilezza la donna, salvo poi osservare il nipote: doveva fargli una ramanzina, perchè non poteva decidere così di saltare scuola. Dal canto suo però era anche felice di vedere quanto si preoccupasse e ci tenesse davvero alla salute della fidanzata e del pargolo che portava in grembo.

    La ragazza non si stupì minimamente nel vederlo lì, anche se era sicura che presto sarebbe arrivata una ramanzina. Andò ad abbracciare il fidanzato, cercando conforto nel suo odore, mentre Qiu iniziava a parlare.

    "Non posso nascondere di approvare il fatto che sei così preoccupato per loro, però lo sai anche tu, Fei Long, che questo non é un motivo valido per saltare scuola senza il consenso dei tuoi genitori." Il tono di voce risultò grave, severo e quasi deluso. "Per Tian non sarà sicuramente un problema, ma tuo padre Mo sicuramente non sarà così indulgente come lo sono io." Era vero che non era suo padre, ma doveva comunque fargli capire che ciò che aveva fatto era sbagliato.

    "Zio Qiu... Vado benissimo a scuola, una mezza giornata di assenza non pregiudicherà i miei risultati e poi il benessere di Jin Mei e del pargolo sono più importanti!" Era assolutamente sicuro di sè e, anche se sapeva che Qiu aveva ragione, le sue priorità erano altre se coloro a cui teneva di più al mondo stavano male.

    "Pft" Qiu rise sotto i baffi, ma si limitò ad annuire. "Hai risposto nel modo che volevo. Vi lascio da soli ora, se avete bisogno sono in cucina o di sopra."



    Notò i due piccioncini annuire e si diresse in cucina per dare istruzioni di preparare per una persona in più. Dato che Fei Long era lì sarebbero potuti andare direttamente dopo pranzo a parlare con il ginecologo. Di sicuro sarebbe stato un bene per la sua piccola, così avrebbe smesso di preoccuparsi. Ora che era da solo iniziava anche lui ad avere dei dubbi, ma li avrebbe ben nascosti.

    Jin Mei e Fei Long intanto si erano seduti sul divano e il ragazzo se la stava coccolando tra le braccia, mentre con una mano di tanto in tanto donava delle amorevoli carezze al ventre della fidanzata. Jin Mei ancora non gli aveva detto cosa ci fosse davvero che non andava e lui voleva lasciarle tempo, non costringerla a parlare. In ogni caso ora era lì con lei e quella era la cosa più importante.

    Sua cugina in quel momento voleva solo godersi la sua presenza, ma sapeva di dovergli esternare i suoi dubbi. Era meglio che fosse pronto anche al peggio, no? Si morse il labbro inferiore, stringendo la maglietta del suo ragazzo tra un pugno.



    "Prima, come hai capito fin da subito, ti ho mentito. Volevo evitare che saltassi scuola solo per venire qua, ma ora ci sei e non ha senso che te lo tengo nascosto." Iniziò a dire Jin Mei, osservandolo. Fece intrecciare la mano libera con una delle sue e fece un respiro profondo. "Mi hanno chiamato perché sono arrivati i risultati della villocentesi, dobbiamo andare il prima possibile a parlarne con il ginecologo e la cosa mi ha allarmata non poco."

    Fei Long rimase per qualche attimo in silenzio, osservandola. Alla fine liberò la mano dalla sua e le prese dolcemente il viso. "Ora capisco, però sappi che qualsiasi problema avrà il nostro piccolo, ci saremo sempre per lui. Forse ti stai solo fasciando la testa prima del tempo: potrebbe essere un problema piccolo. Dopo pranzo andiamo lì e sentiamo. Ci sarò sempre vicino a te e ci impegneremo a non farlo sentire diverso, qualsiasi cosa lui abbia. Ti amo cucciola." Per coronare quelle parole che aveva appena detto la baciò con passione, mentre Jin Mei ricambiava. Non si capacitava di come lei avesse potuto nascondergli una cosa simile, ma in quel momento era grato di essere scappato da scuola e che l'aveva raggiunta.

    "Qualsiasi sia il problema, i miei troveranno il miglior sostegno, quindi sarà seguito dai migliori medici presenti qui in Cina." Era felice di avere tutto quell'aiuto da parte dei genitori, nonché da parte sua. "Ti amo pure io."

    "Vedi? Non ci saranno problemi, quindi non essere così preoccupata. Ti starò sempre vicino, in ogni caso."



    Anche se Jin Mei era una ragazza forte, tornò nuovamente a piangere, questa volta a causa degli sbalzi ormonali. Era, ovviamente, felice di sentire quelle parole, ma le sue emozioni erano totalmente sballate in quel momento. Fei Long la strinse delicatamente a sé, asciugando le lacrime che andavano a rigarle le guance. Voleva starle vicino il più possibile e ora più che mai Jin Mei aveva bisogno della sua presenza, di sentirlo lì vicino a sé. Non si dissero più nulla: le mani del ragazzo si alternavano tra la schiena e il ventre della ragazza, mentre lei finì con l'addormentarsi. Era vero che quella notte non era stata in grado di dormire e ora era davvero stanca. Mentre la osservava riposare si chiedeva se Qiu ne sapesse qualcosa in più e quando lo vide scendere glielo chiese, ma ricevette risposta negativa.

    La scosse appena appena Qiu dichiarò che il pranzo era pronto. Dalle labbra di Jin Mei fuoriuscì un lieve mugugno ma riaprì gli occhi e si mise a tavola assieme al fidanzato e al padre. In quel momento voleva solamente mangiare e andare a scoprire cos'avesse la loro piccola: non c'era altro nella sua testa.

    Il cuoco aveva calibrato ogni singolo pasto in funzione del fatto che lei e suo padre erano in dolce attesa, quindi la loro dieta ora era più adatta alla loro situazione. Quel giorno in particolare consisteva in riso integrale con pomodorini, pesce spada e olive verdi. Il contorno invece consisteva in varie verdure crude, condite con olio e limone. Non le era difficile attenersi alla dieta che le aveva imposto il dietologo, anche perchè non era mai stata una grande mangiatrice: prendeva il giusto per sentirsi sazia, le verdure le mangiava sempre prima così da non aver troppa fame e il gioco era fatto. Anche se era in ansia, Jin Mei mangiò al suo solito ritmo lento e tranquillo.

    Non voleva affrettare i tempi e poi anche Qiu e Fei Long stavano assaporando per bene quel pasto e non voleva mettere loro fretta. Il cibo come al solito era buonissimo e, appena finirono tutti e tre, lei andò a cambiarsi, lasciando il fidanzato e il padre da soli. Impiegò davvero pochi minuti e, con la cartella ginecologica tra le mani, li raggiunse. L'ansia durante il viaggio in macchina l'attanagliava come mai prima, ma si costrinse a pensare ad altro. Appena Qiu parcheggiò davanti allo studio del loro ginecologo, Jin Mei chiuse per qualche attimo gli occhi, strinse forte la sua cartella tra le mani e fece qualche respiro profondo: presto avrebbe scoperto cosa non andava, doveva smetterla. Le ci volle qualche minuto prima che si decidesse a scendere dal fuoristrada nero del papà, ma alla fine lo fece e prese la mano che Fei Long le stava porgendo.

    Entrarono così, mano nella mano, nello studio medico, dove furono subito accolti.



    "Buongiorno, il dottore sarà da voi tra qualche minuto. Sedetevi pure in sala d'attesa nel frattempo." La segretaria li conosceva ormai molto bene e era sempre molto gentile. "Signor Qiu, da poco sono arrivati i risultati anche della sua, anche se non sono ancora stati controllati dal dottore."

    Qiu fece cenno alla figlia e al nipote di andare a sedersi, mentre raggiungeva la donna. "Li dia a me intanto, dopo l'appuntamento di mia figlia farò controllare i miei."

    "Ecco a Lei signor Qiu. Auguro sia a Lei che a sua figlia buona fortuna."



    Lei non sapeva nulla, dato che non era autorizzata a controllarli. Qiu a quel punto raggiunse i ragazzi, ma non ebbe il tempo di sedersi, che la voce del ginecologo risuonò alle sue spalle.



    "Buongiorno signorina Jin Mei e anche a lei signor Qiu, oltre che al signorino Fei Long. Se volete seguirmi..." fece strada fino al suo studio: era abbastanza grande, vi erano quattro finestre, la sua scrivania, il lettino ginecologico e varie altre cose che potevano servirgli. "Sedetevi pure tutti e tre. Partirei col sapere come sta andando la gravidanza, per poi passare a fare un'ecografia e solo alla fine, parlare di ciò che abbiamo rivelato con la villocentesi. Sempre che voi siate d'accordo ovviamente."

    "A dire la verità… io preferirei prima parlare di cosa è emerso dall'esame, o non mi darò ulteriore tregua." La voce di Jin Mei tradiva la paura che provava in quel momento.

    "Posso benissimo capire la richiesta. A questo punto allora facciamo così." L'uomo smanettò un po' al computer, sul quale poi apparve ciò che cercava. "Il test non ha riscontrato anomalie pesanti nel feto. La cosa che posso dire con assoluta certezza è che non sarà normale." Vide la ragazzina sussultare e prendere le mani del fidanzato e di suo padre, senza davvero sapere cosa aspettarsi.

    "Cosa... cosa significa tutto ciò, dottore? Devo forse abortire?" La sua voce vacillava, mentre stringeva forte le mani dei due uomini tra cui era seduta.

    "No, non serve un aborto: questo bambino è affetto da sordità congenita. Si tratta di una perdita uditiva dovuta a una disfunzione dell'orecchio interno o del nervo uditivo. Questo significa che fin dalla nascita non sarà in grado di sentire nessun rumore." Non era una cosa molto tragica: con i dovuti esami e poi un giusto supporto in base al grado di sordità, sarebbe stato come un normale bambino.

    "..." Jin Mei si ritrovò a trattenere involontariamente il respiro: sua figlia, o suo figlio, non sarebbe stato in grado di sentire? Si girò verso il fidanzato, il quale a sua volta era molto shockato.

    "Se non sarà in grado di sentire non imparerà nemmeno a parlare: come potrà essere un bambino normale?" Fu Fei Long a chiederlo: erano ancora ragazzini e certe cose non le sapevano.

    "Lo faremo seguire dal miglior otorinolaringoiatra in circolazione qua in Cina." Intervenne Qiu, con dolcezza, il quale indirettamente si sentiva in colpa. "Può essere una cosa ereditaria? Tra me e mio fratello solo lui ne era affetto ed era media, anche mia madre era sorda, ma lei bilateralmente e in forma grave. Io non ho nulla e nemmeno la qui presente Jin Mei o suo fratello, per questo pensavo che non potesse essere correlato." Non sapeva ancora nulla dei gemelli che aspettava, ma forse nemmeno loro avevano problemi.

    "C'è un cinquanta percento di possibilità che sia ereditaria. Mi sembra che nella vostra famiglia ci siano dei precedenti e non escludo che il fatto che voi non lo abbiate possa significare che siete portatori sani di questa anomalia nella connessina ventisei. Con una protesi o con un impianto cocleare si risolve tutto. Lo abbiamo scoperto già adesso e per questo motivo potete già trovare qualcuno che poi lo seguirà costantemente." Il ginecologo guardava e si rivolgeva di più ai due diciassettenni: era palese quanto quella notizia li avesse scossi. Ogni futuro genitore vorrebbe il meglio per il proprio figlio e averlo sano, poi loro erano anche molto giovani e già non doveva essere stato facile accettare che tra qualche mese sarebbero diventati due genitori. "Dato che il nascituro sta ancora crescendo non possiamo rassicurarvi circa la gravità della sua sordità, ma se seguito fin dai primi mesi di vita, sarà poi in grado di sentire e parlare come gli altri bambini e soprattutto anche apprendere come loro." Cercò di rassicurarli l'uomo, esibendo un sorriso.

    "Ma... sarà una cosa permanente? Cioè dovrà portare le protesi o l'impianto per tutta la vita?" Jin Mei voleva, giustamente, saperne di più, anche se forse lui non era l'esperto giusto a cui fare quel tipo di domande.

    "Protesi acustiche o impianto cocleare che sia, lì dovrà comunque usare per tutta la vita. Questi strumenti non sono come dei farmaci che vanno a debellare il problema, bensì sono dei supporti. Se non li usasse finirebbe con l'essere chiuso fuori dal mondo esterno, ma non c'è un intervento o trapianto con cui si potrebbe ovviare al problema." Forse era meglio se la smettevano: ogni ulteriore informazione che dava sembrava mettere più in agitazione la ragazzina e poi lui stesso non sapevo molto altro. "Per ulteriori domande mi affiderei comunque all'otorino che ne sa di sicuro più di me." Non voleva essere o sembrare scortese, ma un altro specialista ne sapeva sicuramente di più.

    "Va bene, grazie per tutte le informazioni che ha saputo darci ora come ora." Jin Mei sembrava essere tranquilla, ma dentro di sé migliaia di pensieri vorticavano nella sua testa. Non voleva però crollare lì, a casa sarebbe stato meglio. "Per quanto riguarda la gravidanza fino a questo momento invece... dopo la minaccia d'aborto avuta alla decima settimana, in seguito al trauma cranico che ho riportato, sta andando bene. Sto seguendo l'assoluto riposo, e per questo motivo da un mese e mezzo non seguo più le lezioni. Ho anche seguito costantemente la terapia con il progesterone. Per il resto non ho più dolori, nè perdite ematiche." Ora aveva finalmente lasciato le mani dei suoi due uomini e gli aveva passato la cartella.

    "Bene, allora sembra andare decisamente meglio. Se ti accomodi sul lettino procedo a fare una visita con ecografia. Se abbiamo fortuna, dato che sei alla sedicesima settimana, potremmo essere in grado di scoprire se è maschietto o femminuccia."

    L'uomo parlò con gentilezza, mentre si alzava dalla sua sedia per prepararsi. Jin Mei non avendo domande si alzò, andando dietro al separatoio, spogliandosi. Si tolse i pantaloni e gli slip, andando infine a stendersi, adagio, sul lettino ginecologico. Fei Long si sedette su una sedia lì vicino e le prese una mano tra le sue, dandole un bacio sulla fronte. Il futuro padre si sentiva entusiasta: sperava che, dopo la notizia della sordità del bambino, riuscissero a scoprirne il sesso. Sarebbe stata davvero una bellissima esperienza dopotutto. Le sussurrò un ti amo all'orecchio e Jin Mei gli sorrise, incrociando le dita nelle sue. Non si dissero nulla mentre il dottore controllava la situazione del suo utero, che per fortuna era buona.
    "Allora: la visita ginecologica ha avuto un buon riscontro: l'utero è chiuso, quindi la terapia con il progesterone e il riposo assoluto hanno dato il risultato sperato. La tua gravidanza è comunque da considerare a rischio e, anche se non dovrai più prendere il progesterone, resta l'obbligo di riposo assoluto. Rispetto a fino ad ora potrai muoverti, fare delle passeggiate, ma dovrai ascoltare il tuo corpo ed evitare di spingerti oltre il limite che puoi sopportare ora." Se avesse esagerato troppo sarebbero potuti insorgere problemi ed era sicuro che lei non ne volesse altri.

    "..." Lei non rispose subito: era felice che le cose si fossero messe a posto, ma al contempo un po' delusa: non poteva nemmeno tornare a scuola. Era felice che finalmente poteva smettere di fare solo letto-divano. "Va bene dottore. Questo significa quindi che tornare a frequentare le lezioni è fuori discussione, giusto? In tal caso posso almeno presentarmi per i test e gli esami? Ho sempre avuto i migliori voti e non vorrei dover perdere l'anno." Quella cosa era molto importante per lei, sarebbe andata anche se lui avesse detto che era meglio di no.

    "Intere giornate di lezione sarebbero troppo pesanti. Capisco comunque che non vuoi perdere l'anno, quindi stabiliamo dei controlli ogni due settimane, così da poter tenere sotto controllo la situazione."

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    Settimana e missione: Settima settimana, M3 con prompt: Hurt/Confort

     
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