Settima settimana

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    "Per le assenze comunque faccio un certificato che dovrà poi essere consegnato a scuola." Mentre parlava, l'uomo mise via tutti gli strumenti che aveva usato, per poi riavvicinarsi a lei. "Se preferisci, ora puoi indossare nuovamente slip e pantaloni, ma alza la maglietta, così da poter fare l'ecografia e permetterti di stare più comoda."



    Fei Long si alzò, andando a prenderle gli indumenti di cui aveva parlato il ginecologo e alla fine l'aiutò ad indossarli. "Sono davvero emozionato e sono felice che ora vada tutto bene." Lo si vedeva benissimo quanto fosse in fremente attesa: gli occhi erano lucidi per l'emozione.



    "Speriamo che sia bravo e nella giusta posizione allora."







    Anche Jin Mei era emozionata all'idea di star per scoprire il suo sesso. Lo sguardo si spostò sulla figura del padre: Qiu ora si era girato verso di loro e sorrideva, ma non voleva raggiungerli: quello era il loro momento, lui avrebbe guardato da lì.

    Vide la sua piccola alzarsi la maglietta azzurra che indossava: sopra vi era la scritta "I am a Shark lady" e le era stata regalata da Cheng qualche giorno dopo che aveva scoperto che lei era incinta. Non avrebbe potuto usarla durante tutta la gravidanza, ma era diventata la sua preferita. Jin Mei rabbrividì appena il ginecologo le mise il gel sull'addome: era freddo, ma doveva farci l'abitudine. Vide l'uomo accendere l'ecografo e trattenne qualche secondo il respiro, mentre sentiva la mano di Fei Long intrecciarsi di nuovo nella sua. Nella stanza c'era un insolito silenzio: tutti sembravano aspettare che la sonda venisse posata sul suo addome affinché potessero sentire e vedere qualcosa. Non era la prima volta che faceva una cosa simile, ma quella sarebbe stata, molto probabilmente, particolare: lo sguardo di tutti era sullo schermo che ben presto da nero, iniziò a mostrare delle aree bianche. Nella stanza si diffuse il battito di un cuoricino: era veloce, ma nella normalità e non vi erano problemi. Al sentire quei battiti Jin Mei si rilassò lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo; da quando aveva avuto la minaccia di aborto temeva sempre che qualcosa potesse andare storto.



    Sentire quel rumore accelerato era rilassante, la prova che il piccolo stava bene. La sonda venne spostata appena di lato e finalmente fu chiara la forma dell'embrione. Era in tutto e per tutto un piccolo bambino, senza occhi, ma insomma... si capiva che presto sarebbe diventato un bel figlio.



    "Potete ritenervi fortunati: la posizione del feto è molto favorevole." Iniziò a dire il ginecologo mentre predisponeva la stampa di vari momenti catturati grazie all'ecografo. Con la mano libera indicò il bacino del bambino che, molto raramente, era proprio girato completamente verso di loro. "Al novantanove percento è una bambina. Complimenti ragazzi."



    Jin Mei era come ipnotizzata da quelle immagini: era una bimba bellissima, la loro prima bambina. Non poteva chiedere di meglio e non importava che fosse sorda. "È bellissima la nostra piccola." Non era tipa da mettersi a piangere facilmente, ma in quel momento così particolare non riuscì a trattenersi.



    "Sarà una bellissima bimba amore mio." Avrebbe voluto dire altro Fei Long, ma suo zio Qiu era lì con loro e non gli piaceva fare troppo il piccioncino in presenza dei genitori o parenti, anche se ormai tutti avevano accettato la loro relazione. Non la smetteva di osservare quel corpicino e avrebbe tanto voluto accarezzare l'addome della sua ragazza, ma non poteva.



    "Tenete e godetevi la vostra piccolina ancora un po' mentre io parlo con Qiu. Non premete troppo sull'addome, bastano movimenti lenti e una pressione minima."



    Diede la sonda a Jin Mei e la guardò con fare incoraggiante: voleva lasciare loro il piacere di guidare la sua conoscenza come volevano. Mosse per qualche momento la sonda assieme alla ragazza e, appena fu sicuro che si sentisse in grado di maneggiarla in modo giusto si allontanò da loro e raggiunse la sua scrivania, dalla quale il mafioso albino non si era mai allontanato.



    Non ci misero molto prima di finire di parlare: dalla sua villocentesi non era risultato nulla. Qiu dal canto suo si sentiva ancora in colpa, anche se sapeva di non averne: com'era possibile che nessuno dei suoi figli ereditava sordità, ma la sua prima nipotina sì? Gli sembrava una cosa totalmente ingiusta, ma preferì tenersi tali pensieri per sé: li avrebbe espressi quella sera stessa o nei giorni seguenti con suo marito. La figlia per fortuna era troppo presa dal contemplare la nipotina e, con molta fortuna, non aveva sentito nulla. In quel momento i due futuri genitori sembravano così felici ai suoi occhi: a quanto pareva avevano anche scordato la notizia, o forse quella scoperta aveva sovrastato il fatto che fosse sorda e per loro quello era l'ultimo problema.



    Dopo averli visti così abbattuti poteva però dirsi soddisfatto nel vederli così felici. Sembravano chiusi in un mondo tutto loro e disturbarli sarebbe stato un peccato. Qualche giorno prima aveva visto un ecografo portatile in una farmacia e, vederli in quello stato lo convinse a comprarlo: da quando Jin Mei un mese e mezzo prima aveva rischiato di perdere la bambina, si preoccupava per ogni singolo sintomo che le risultava strano. A lui nelle due precedenti gravidanze non era successo e quindi non aveva avuto così tanta paura, ma era anche vero che non li aveva avuti ad una così giovane età e quindi non poteva capirli appieno. Sapeva per certo che avrebbe sempre aiutato al meglio la sua piccola e regalarle un apparecchio simile l'avrebbe sicuramente fatta felice. Avrebbe potuto controllare la piccola anche ogni giorno se voleva e, era sicuro, che lo avrebbe fatto, dato quanto si preoccupava.



    "Credo che ora sia meglio che andiamo: ha altre pazienti dopotutto." Non gli piaceva dover disturbare un momento così delicato, ma dovevano andare.

    "Cosa...? Ah, certo. Scusateci." Erano stati presi così tanto dalla vista della loro bimba che non si erano nemmeno resi conto del tempo che era passato.



    Il ginecologo si alzò e stampò le varie ecografie, consegnandole infine ai ragazzi. Diede della carta a Jin Mei, la quale si ripulì del gel e coprì nuovamente l'addome prima di scendere dal lettino. Se ne andarono alla macchina solo dopo la raccomandazione di osservare ancora il riposo e una visita alla diciottesima settimana, se non insorgevano problemi prima. Per Qiu invece fissò un appuntamento per la ventesima, che eventualmente avrebbe potuto spostare se Cheng non avesse avuto tempo. Anche se già avevano due bambini, Qiu era in dolce attesa di due gemelli e sarebbe sicuramente stato emozionante scoprirne il sesso. Già ne avevano parlato e entrambi concordavano nello sperare che fossero un maschietto e una femminuccia.

    Alla fine tutti ringraziarono e, in totale silenzio, andarono al fuoristrada di Qiu. Aveva tutte le intenzioni di andare a prendere due cosine per la figlia e il suo ragazzo, quindi doveva trovare qualcuno a cui lasciarli un paio d'ore. Non si fidava molto delle domestiche e, se poteva affidare la sua bimba agli zii era meglio. Doveva però per forza chiedere al fratello di suo marito, perché non avrebbe reagito come Mo nello scoprire che Fei Long era uscito in anticipo da scuola. Solo dopo aver parcheggiato e fatto scendere i diciassettenni prese in mano il telefono, facendo così la telefonata a Tian.



    "Sono Qiu. Potresti stare con Jin Mei un paio di orette? Non chiedo a Guan Shan solo perché c'è anche Fei Long, ma ti diranno loro perché è andato via prima da scuola." Qiu fu davvero molto schietto, mentre con la mano libera andava ad accarezzare appena l'addome.



    "Oggi è il mio giorno libero, quindi vengo subito." Non era da Fei Long saltare così le lezioni, quindi doveva essere qualcosa che c'entrava con Jin Mei e il figlio che aspettavano. Era giusto che Qiu non avesse minimamente provato a chiamare Mo, o avrebbe reagito malissimo. Lo avevano fatto anche loro da ragazzini, ma loro figlio era una cosa diversa.



    "Grazie mille."



    Qiu attese vicino al fuoristrada nero, sospirando appena. Si sentiva molto meglio ora che sapeva che Tian poteva occuparsi di sua nipote. L'ultima persona a cui voleva chiedere aiuto era Jian Yi e per fortuna non aveva dovuto farlo ed era bastata una sola chiamata. La voglia di fumare una sigaretta era tanta, ma ora aspettava due gemelli e non poteva per niente permettersi una cosa simile. Era sempre stato bravo, anche nelle altre due gravidanze e si era attenuto al divieto di fumare e bere alcool. Dopo nemmeno una decina di minuti Tian fermò la macchina vicino a quella di Qiu e scese, donando al mafioso solo un cenno di saluto.



    "Prenditela comoda, passo volentieri tempo con Jin Mei" anche con Jun Wei, ma lui era a scuola, mentre lei doveva restare a riposo.



    "Da oggi può fare qualche camminata, anche se senza esagerare. Se le va, andate pure, ma se dice di tornare fatelo subito." Si raccomandò l'albino: voleva che la sua bimba stesse bene.



    "Starò attento, grazie per l'avvertimento."



    A quel punto i due si separarono: Qiu tornò finalmente in macchina e la mise in moto, allontanandosi da lì. Doveva passare, per prima cosa, in una farmacia a comprare l'ecografo portatile e poi avrebbe guardato in vari negozi per bambini, in cerca di qualcosa di particolare da regalare per la bambina. Gli ci volle poco tempo per prendere l'ecografo: era uno sofisticato, non 3D, ma almeno avrebbe sentito chiaramente il battito, avuto delle immagini nitide della sua piccola. Riusciva anche a mostrare il battito del feto, oltre che di Jin Mei stessa.

    Tian suonò ed entrò nella casa appena una delle domestiche gli aprì. Si sentì dire che i due ragazzi erano in camera e Jin Mei non sembrava stare bene, al che lui si preoccupò. Salì al piano di sopra e seguì i singhiozzi, per arrivare alla stanza. Bussò appena e fu Fei Long ad aprirgli: data la sua espressione, era ovvio che non si aspettava di vederlo lì. Voleva rimandare il discorso con lui a più tardi, ora doveva capire cos'avesse la nipote. Fei Long non fece domande: Qiu doveva essere uscito, o non avrebbe mandato lì Tian così all'improvviso e, soprattutto, non senza avvisarlo. Si fece da parte per farlo passare e Tian andò a sedersi vicino alla nipote che era distesa sul lato. Quella posizione le impediva di comprimere troppo l'addome, ma il suo viso era nascosto nel cuscino.



    "Jin Mei... stai male? Cosa succede?" Chiese con delicatezza, posando una mano sulla sua schiena.



    "Io... sto bene, scusami." Il tocco di Tian era totalmente diverso rispetto a quello di papà Qiu, ma sembrava essere comunque, in qualche modo, tranquillizzante. "Mi sono solo tenuta dentro troppe cose e dovevo sfogarmi in qualche modo." Si asciugò le lacrime, mentre alla mano di Tian si aggiunse quella di Fei Long.



    "Amore, credo che dovremmo dirlo a lui: spiega anche il motivo per cui sono uscito in anticipo da scuola." Era sicuro che Qiu avesse detto che non era andato a prenderlo, ma che avrebbero spiegato loro il motivo di tutto quello.

    "Oggi ho... ricevuto il risultato della villocentesi." Si morse il labbro inferiore, cercando di non piangere di nuovo.

    "È grave la situazione?" Tian si era fatto serio: dato quanto era shockata immaginava di sì, ma fino a che punto?

    "Siamo riusciti a scoprire che è una femminuccia e il problema sta nel fatto che nascerà... sorda." Quelle parole le erano costate molto care, anche se era consapevole che sarebbe andato tutto bene.

    "Ora capisco..." quando l'aveva fatta Mo la prima volta, non era stato riscontrato nulla per fortuna. La sordità non era facile da accettare, ma c'erano anche cose peggiori. "La notizia deve aver sconvolto entrambi, è normale. Siete maturi per la vostra età, ma al contempo piccoli, quindi non è facile. Ti posso consigliare di non pensarci troppo, a parte quello crescerà sana e forte. Inoltre si possono adottare vari accorgimenti per farle avere una vita come quella di tutti." Figurarsi se suo fratello non faceva del suo meglio per aiutarli.

    "Buongiorno, ormai diciassette anni fa avevo trovato un kit per neonati: vi era uno spazio grande per una foto centrale, tutto attorno vi erano piccoli quadrati per mettere foto del bambino per ogni mese del primo anno di vita. Credo che vi fosse anche un kit per fare poi la sua prima impronta della mano e del piede. Ne avete per caso?" Qiu si era rivolto a vari negozi, ma ancora non lo aveva trovato come lo preferiva lui.

    "Buongiorno a Lei, certo ne abbiamo di varie dimensioni e forme, mi segua pure." La commessa gli fece strada fino ad uno scaffale pieno di cose per bambini appena nati. "Ecco, qui potete trovare, spero, ciò che cercate."

    "Grazie mille."

    La congedò semplicemente, iniziando a guardare: solo Jin Mei conosceva il sesso della sua bimba, quindi per sé li avrebbe presi in seguito. Dopo un po' si decise per uno a forma di cuore: i vari spazi per le foto seguivano la forma, a sinistra vi era lo spazio per mettere l'impronta della mano, mentre poi a destra quello per mettere il segno del piede. Era più che certo che Fei Long e sua figlia avrebbero apprezzato molto quel regalo: avrebbe lasciato loro un bellissimo ricordo del primo anno di vita della loro bambina.
    Lui aveva già fatto tutto quello con i primi due figli e avrebbe ripetuto con i gemellini che aspettava in quel momento. Le cornici dedicate ai gemellini le avrebbero messe vicine a quelle di Jin Mei e Jun Wei, nella camera padronale.

    Nulla avrebbe vietato poi loro di continuare a farlo nel corso degli anni, così da poter coinvolgere per bene la bambina, cosa che sarebbe stata sicuramente importante per la sua crescita. Quando, a suo tempo, gli avevano regalato il kit per Jin Mei lo aveva trovato stupendo ed era sicuro che sarebbe piaciuto un sacco anche a loro. Sarebbe stato un bellissimo modo per immortalare il primo anno di vita: sarebbe stato molto particolare e significativo, di più che mettere le foto in un album fotografico. Il kit comprendeva anche un tubo a forma di rotolo di pergamena, dove avrebbero messo il certificato di nascita, e due piccoli contenitori: uno per il primo capello perso e l'altro per il primo dentino.

    "È solo che... dopo la minaccia d'aborto ci mancava solo pure questo. Spero perlomeno che per il resto della gravidanza e poi durante il parto, tutto andrà bene." Finalmente sembrava essersi un po' calmata: parlare, invece di tenersi tutto dentro, era servito.

    "Può essere destabilizzante e credo che se ti fossi tenuta tutto dentro sarebbe stato peggio. In primis hai fatto bene a sfogarti e a parlarne anche con me. Non pensate a lei come una bambina particolare, perchè poi le sarà più difficile accettare il problema che ha." Parlava come se avesse vissuto una situazione simile, ma non era così. "Sarete le prime persone con cui si potrà confrontare e aprire, quindi dovrete sostenerla al meglio delle vostre capacità. Anche se di fatto avrà un handicap, voi siete in assoluto le prime persone da cui avrà aiuto."

    "..." Jin Mei non sapeva cosa dire: sapeva per certo però che Tian aveva ragione e non c'erano dubbi a riguardo. "Faremo tutto ciò che potremo per esserle d'aiuto. È nostra figlia dopotutto e che genitori saremmo se non l'aiutassimo? Faremmo prima a darla in adozione a quel punto." Non lo avrebbero mai fatto: l'avrebbero amata incondizionatamente, sana o con problemi. Era la prima di, probabilmente, tanti figli e non potevano abbandonarla in quel modo. Che razza di genitori sarebbero stati? Non esisteva proprio anche solo pensare di abbandonarla: non era mai passato nelle loro menti, nemmeno per una frazione di secondo.

    "Jin Mei ha perfettamente ragione papà: faremo del nostro meglio, anche se siamo solo ragazzini. Siamo abbastanza maturi anche se all'inizio la notizia della gravidanza ci ha spaventati. Ora questa non dovrebbe suscitare lo stesso effetto devastante." Parlava un po' per sé: ora come ora si sentiva tranquillo: da solo forse sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma doveva essere forte per la sua ragazza ed essere in grado di sostenerla appieno.

    "Sono esattamente queste le cose che voglio sentire. Sarete dei genitori responsabili nonostante la vostra giovane età. Non dimenticate comunque che avete il nostro appoggio e che per qualsiasi problema ci siamo tutti. Non siete da soli ad affrontare tutto questo. Ricordatevelo." Tian voleva assolutamente far capire loro che ci sarebbero stati sempre tutti e quattro per loro. In più si sentiva davvero orgoglioso nel sentirli parlare in quel modo: avevano combattuto molto per convincere tutti che lo volevano davvero quel bambino e ora... beh, una sua malformazione non li avrebbe fermati di certo.

    "Non possiamo che esservi grati di questo: per noi è davvero importante avere il vostro totale supporto. Senza ci saremmo sentiti completamente persi, io per prima appena scoperta la gravidanza." Asserì Jin Mei, mettendosi a sedere sul letto, per stare più comoda. Iniziava a chiedersi dove fosse andato papà Qiu, ma probabilmente era solo passato da Cheng. A volte lo faceva e la lasciava a casa con lo zio Mo o lo zio Tian. A lei non dava fastidio: le piaceva passare tempo con gli zii e, ora che era anche lui in dolce attesa, sembravano avere un rapporto migliore. C'era da dire che Guan Shan era molto tsundere, quindi anche se gli chiedeva qualcosa, lui tendeva ad evitare la domanda.

    "Questa bambina sarà amata da tutti noi e sono sicuro che riuscirà a instaurare un bel rapporto con i suoi parenti coetanei. Alla fine potremmo essere anche solo noi coloro che avranno più problemi ad aiutarla nel modo più adatto per lei. Sapete se è una cosa ereditaria o dovuta a qualche malattia?" Ora Tian era ovviamente curioso, anche se non sarebbe cambiato nulla.

    "Ereditaria. Mia nonna e mio zio da parte di papà Qiu avevano problemi, mentre lui e tutti noi figli siamo portatori sani." Le sembrava di aver capito che i due fratellini non avessero problemi, ma era stata troppo concentrata sul battito e l'immagine della bimba. "Che ne dite se andiamo a fare una piccola passeggiata? Sento la necessità di muovermi un pochino, ora che posso finalmente farlo." Quel mese e mezzo passato tra letto e divano era stato come essere in prigione per una persona attiva come lei.

    "Certo, con piacere. Appena vuoi rientrare diccelo."

    Il primo ad alzarsi fu Tian, seguito poi dal figlio, il quale porse la mano a Jin Mei per aiutarla ad alzarsi. Non ne aveva davvero bisogno, ma lei la prese volentieri e si alzò, sorridendo ai due uomini che erano lì con lei. Quando furono fuori, Jin Mei azzardò a chiedere di andare sul mare, al molo pieno di barche che non era troppo lontano da lì. Vi era anche una gelateria e avrebbero potuto prendere un gelato, osservando le varie barche e con il profumo salmastro della distesa d'acqua salata davanti a loro.

    Tian e il figlio si guardarono per qualche attimo, annuendo infine: si poteva fare, non dovevano per forza camminare molto e poi avrebbe fatto bene alla ragazza. Salirono tutti e tre in macchina e, dopo aver messo le cinture, He Tian mise in moto. Impiegarono appena dieci minuti prima di parcheggiare davanti al molo e, dopo qualche passo per raggiungere il chiosco di gelati, Fei Long e Jin Mei si sedettero su una panchina proprio di fronte alle varie barche.

    "Ti amo amore mio, non ti lascerò mai." Disse il ragazzo prima di baciarla dolcemente e Jin Mei sorrise, ricambiando il bacio. Restarono lì una mezz'oretta e quando rientrarono Qiu li aspettava in salotto, seduto sul divano. Era stato lui stesso a dire a Tian di accompagnarla a fare una passeggiata se voleva ed era felice di constatare che lo avevano davvero fatto. Non aveva dubbi che la sua piccola ne avesse avuto intenzione, perchè era rimasta ferma per troppo tempo.

    Qiu vicino a sé aveva due pacchetti regalo e sorrise quando vide rientrare tutti.

    "Tian prima di tutto ti ringrazio per esserti preso cura della mia piccola. Secondo: come è andata la passeggiata?" Ovviamente era preoccupato, anche se sapeva che era brava.

    "Abbiamo fatto un giro al porto. Appena mi sono sentita stanca ci siamo fermati eabbiamo preso un gelato tutti e tre assieme. In ogni caso sto bene, non mi sono affaticata troppo. La vista delle barche era stupenda ed è stato molto piacevole mangiare con il profumo salmastro nelle narici." Le era piaciuta molto l'uscita, sì. Andò a sedersi vicino al padre, guardando i pacchetti con curiosità. "Per chi sono?" Era più forte di lei, non poteva farci nulla: se vedeva regali sperava che fossero per se stessa.

    "Avete fatto bene a smettere appena hai iniziato a sentirti stanca. È importante che non esageri al momento." Lui riusciva ancora a muoversi liberamente, ma a differenza sua non aveva avuto una minaccia d'aborto. "Sono per voi futuri genitori. Uno vi sarà utile ora, prima della sua nascita, mentre il secondo regalo vi servirà tra il primo giorno di vita e, principalmente, il suo primo anno." Fece cenno anche a Fei Long di avvicinarsi e consegnò i due pacchi ai ragazzi.

    "Grazie papà per il pensiero." Ora le era più che chiaro che il padre fosse andato a fare acquisti, non che fosse passato dall'altro papà. Prese il pacchetto più grande tra i due e iniziò a scartarlo: quando fu finalmente tutto libero, i suoi occhi si illuminarono. "Un ecografo portatile! Così potrò vedere la nostra bambina ogni volta che vorrò." Era emozionata: non avrebbe controllato ogni singolo giorno, ma quasi.

    "È un bellissimo regalo: grazie zio Qiu." Fei Long gli sorrise gentilmente, aprendo infine l'altro pacco, sotto lo sguardo attento della fidanzata. "Ma è carinissimo! Ci sarà sicuramente molto utile per immortalare momenti importanti della nostra piccola e averli sempre a portata di mano."

    Non sarebbe mai andato a pensare di cercare una cosa simile, ma era davvero adorabile. Jin Mei, che in quel momento non aveva parole, lo abbracciò con attenzione, sorridendo davvero felice. Quella giornata era stata davvero pesante, ma stava prendendo una piega molto più bella e tranquilla. Grazie a Tian e al fidanzato si era sfogata e ora quei due regali erano stati la coronazione di una giornata quasi perfetta.
    Nè lei nè Qiu parlarono: rimasero così, abbracciati l'uno all'altro, in un tenero momento padre figlia che i parenti lì presenti non volevano affatto disturbare e quasi si sentivano di troppo. Tian fece segno al figlio di alzarsi: era meglio se andavano e, dato che c'erano, potevano passare a prendere Huan Yong a scuola. Nessuno si sarebbe accorto della presenza del gemello nella macchina, dato che anche la loro aveva i vetri oscurati. Fei Long si alzò e lo raggiunse, ma lasciò il secondo regalo lì sul divano: voleva lasciarlo al suo amore e lui lo avrebbe visto ogni volta che sarebbe andato a trovarla.
    Non volendoli disturbare troppo, Tian si congedò velocemente con loro, mentre Fei Long diede un bacio alla fidanzata, le alzò quanto bastava la maglietta, lasciando così un bacio anche sul suo addome. Sussurrò anche un - a domani - diretto sia alla loro piccola che alla sua fidanzata. Nonostante sia il padre sia lo zio lo stessero osservando, non si sentì in imbarazzo: gli era venuto naturale salutarla così e non temeva di certo ciò che loro due potessero pensare a riguardo.
    Jin Mei, dal canto suo, ricambiò il bacio e poi gli accarezzò momentaneamente i capelli. Era inutile dire che a quel suo gesto si era letteralmente sciolta. Appena Tian e il padre della sua piccola se ne andarono, lei tornò a crogiolarsi nell'abbraccio di suo padre. Le piaceva un sacco quando restavano così, ma ad un tratto le venne in mente che lui doveva andare a prendere Jun Wei. Qiu però non sembrava intenzionato ad alzarsi: che si fosse messo d'accordo con Cheng? Sperava solo che ciò non avrebbe rovinato il rapporto tra lui e suo fratello, cosa che in passato era successa molto spesso per i motivi più disparati. La risposta arrivò nemmeno mezz'ora dopo: sulla soglia della porta apparvero proprio suo padre e il fratellino.
    Lei di certo non si aspettava di vedere papà Cheng a casa così presto, ma ne era felice. Ora che non poteva allenarsi passavano il tempo in altro modo: leggevano, guardavano un film, parlavano un po' di come fosse stata lei appena nata... ora però che aveva l'ecografo portatile voleva mostrargli assolutamente la sua prima nipotina in qualità di nonno.
    Li salutò, dopodichè si alzò e lo raggiunse, prendendolo così per mano, decisa a salire in camera per avere un po' di privacy con lui. Si fermò al divano solo per prendere l'ecografo. Qiu avrebbe avuto del tempo da passare da solo con Jun Wei a quel punto e non sarebbero stati disturbati. Appena arrivarono in camera sua si sedette sul letto e fece cenno a Cheng di fare la stessa cosa.

    "Voglio mostrarti una cosa e con l'ecografo che mi ha appena regalato papà Qiu si vede meglio che sulle ecografie." Spiegò mentre iniziava a tirare fuori tutto l'occorrente.

    "Siete stati già in grado di vedere il sesso? Sono felice per voi piccola." Il suo tono tradiva l'emozione che provava, anche se all'esterno si mostrava come al solito.

    "Sì, abbiamo avuto molta fortuna." Tralasciò il dettaglio che erano andati lì per altro. Alla fine si mise il gel e iniziò a muovere la sonda sull'addome. Il battito risuonò fin da subito e, per fortuna, nonostante la camminata, la piccola non si era girata. "Tra qualche mese diventerai il nonno di una bellissima bambina." Non le dispiaceva affatto rivederla e lui sembrava catturato dalle immagini.

    "Guardala, si sta succhiando il pollice. Sarà molto carina e io mi reputo già un nonno molto fortunato." La attirò verso di sé, attento a non sporcare i propri vestiti. "Ce la farete a superare ogni difficoltà piccola." Non aveva idea del fatto che la piccola fosse sorda: Qiu non gliene aveva parlato quando si erano sentiti al telefono.

    "Piccola della mamma..." Era di nuovo emozionata: era la prima volta che la vedeva succhiarsi il pollice. Non voleva rovinare quel momento così bello, quindi decise di non dire da cosa fosse affetta la sua piccola. Aveva però iniziato ad accettare il tutto. "Da oggi mi posso anche muovere un po' invece di restare sempre tra letto e divano. Non sai quanto ne sono felice." Si mise a ridere, spegnendo l'ecografo e mettendo tutto via. Cheng le passò un fazzoletto per asciugarsi e lei lo fece, appoggiandosi infine con il capo alla sua spalla.

    "Posso immaginarlo. So che per ora non ti è stato facile restare ferma, ma a piccoli passi ora andrà meglio."

    Dalla spalle la fece appoggiare sulle sue gambe e le sorrise. Restarono lì in camera così fino all'ora di cena: per Jin Mei era stato un toccasana quel momento padre figlia tra lei e Cheng. Ancora non gli aveva detto nulla, ma probabilmente gliene avrebbe parlato Qiu più tardi.
    Dopo cena i due genitori si ritirarono nella loro camera, mentre Jin Mei andò a leggere al suo fratellino. Anche se era cresciuto, Jun Wei adorava quando la sua sorellona si prendeva del tempo per leggergli delle storie e a Jin Mei faceva piacere farlo. Era anche molto brava nel leggere a voce alta, con toni variabili così da poter interpretare più persone. Rimase con il fratello finchè non si addormentò e, qualche minuto a osservarlo: sapeva che era un omega, quindi prima o poi avrebbe avuto anche lui figli. Non sapeva se reputarsi preoccupata, ma lui aveva più la testa a posto rispetto a lei.

    Gli diede un bacio sulla fronte e solo allora lasciò, in silenzio, la stanza. Prima di andare alla propria voleva andare al bagno, che si trovava vicino alla camera da letto dei genitori. Al ritorno si costrinse a fermarsi davanti alla porta: Qiu stava parlando con Cheng e dalla sua voce, sembrava triste.

    "La loro piccola sarà sorda. È una cosa ereditaria ed, effettivamente, mia madre e mio fratello sono affetti da sordità." Stava dicendo Qiu che, in quel momento, si trovava tra le braccia del suo Alpha. "Tutto ciò mi rende triste e mi fa sentire tremendamente in colpa." Non era da Qiu sentirsi così, ma gli ormoni erano sballati a causa della gravidanza e sentiva di avere davvero colpa in tutto quello.

    "Lo sai benissimo di non doverti sentire così: poteva succedere anche ai nostri figli, loro sono invece portatori sani, ma nessuno verrà mai a darti la colpa per il suo problema." Cheng parlava con tono fermo, ma al contempo dolce, che riservava solo ed esclusivamente a lui. Le sue mani viaggiavano lente sulle sue spalle in un moto circolare, nel tentativo di farlo rilassare. "Posso capire che sia difficile accettare che venga dai geni della tua famiglia, ma tu non ci puoi fare nulla."



    "Lo so, però..."



    Non riuscì a finire la frase, perché la porta si aprì all'improvviso, facendo sussultare entrambi gli uomini che erano distesi sotto le coperte.

    "Lo so, dovevo bussare, ma non sono riuscita a trattenermi." Normalmente non si comportava così, ma in quel caso le era sembrato il minimo. "Ho ascoltato tutto e... papà Qiu: stai tranquillo. Ti vorrò sempre e comunque bene, la tua nipotina pure. Tutti insieme riusciremo a darle il futuro di cui ha bisogno, la ameremo come merita e tu... tu invece non ti devi sentire in colpa. Anche se avessi saputo che c'era la possibilità che fosse sorda, non avrebbe cambiato nulla." Lei si avvicinò a loro e abbracciò il padre, dandogli un bacio sulla guancia. "Non voglio vederti così giù di morale per questo, va bene?"



    "....." Qiu sorrise, accarezzandole i capelli. "Va bene piccola. Ce la metterò tutta per non sentirmi più così."




    Non sarebbe stato facile, ma avrebbe accettato il tutto, forse con i suoi tempi, ma gli sarebbe passato. Quelle parole avevano avuto un certo effetto su di lui e ora si sentiva più tranquillo e amato rispetto al solito.

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    Settimana e missione: Settima settimana, M4 con prompt: Immagine di un molo di un porto

     
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