Cow-T 11

Prima settimana

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    Party in piscina



    "E per te Caitlyn, ecco la tua bistecca grigliata al sangue!"



    Gangplank porse il piatto con la fetta di bistecca alla ragazza che in quel momento ancora stava prendendo il sole sul gonfiabile rosa a forma di fenicottero, ricevendo in cambio un sorriso e un grazie. Prima che il piatto venne preso, la donna si portò sul bordo piscina, i piedi comunque ammollo e che in qualche modo tenevano fermi il gonfiabile.

    L'idea di fare un party in piscina era stata perfetta per una giornata così calda e soleggiata, il modo di rinfrescarsi c'era, chi si occupava della loro sicurezza anche, colui che si occupava del cibo pure, non poteva andare meglio di così.

    "Gangplank, sono finiti i meloni qui, ne hai ancora?"

    Quelle parole erano arrivate dall'altro lato della piscina, dove al bar vi era Fiora, la quale preparava i cocktail e della frutta fresca per i vari invitati al party.

    "Meloni in arrivo!"

    Gangplank si abbassò sotto un tavolo poco distante da lui, tirandone fuori un grande contenitore pieno di ghiaccio e un paio di meloni belli grandi. Da quei due frutti sarebbero uscite almeno venti razioni in più e Fiora era molto brava nel tagliarli velocemente in varie porzioni in grado di saziare il totale di ventidue persone che erano presenti. Con leggerezza prese entrambi i frutti, caricandoseli sulle possenti spalle e si avviò al bar, sotto lo sguardo attento dell'improvvisata barista, che però se la stava cavando egregiamente.


    "Tutti tuoi, Fiora. Se hai bisogno di una mano te la do volentieri." Le fece l'occhiolino mentre li appoggiava sul bancone, cercando di flirtare un po'. Era single da molto tempo, nessuno gli impediva di provarci con le ragazze, anche se la maggior parte del tempo veniva respinto, no? Fiora alzò gli occhiali, rivelando così i suoi occhi azzurri, che posò in quelli di Gangplank, con un'aria molto seria.

    "Non ne ho bisogno, ma grazie infinite della proposta. Fossi in te me ne tornerei alla griglia, prima che succedano spiacevoli incidenti."

    Quello era un chiarissimo invito ad andarsene, ma Fiora sapeva benissimo che quell'uomo non avrebbe gettato così presto la spugna. Per quel motivo si stupì appena lo vide girare i tacchi e andarsene davvero. Era riuscita nel proprio intento, ma in un certo senso quasi le dispiaceva averlo trattato in quel modo, dato che non se lo meritava... eppure lei non era minimamente interessata a lui, anzi.



    Fandom: League of Legends

    Personaggi: Gangplank, Caitlyn, Fiora

    Genere: Generale

    Avvertimenti: AU

    Wordcount: 400 parole

    Missione e prompt: #3 – Meloni

     
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    Prince Rakan and princess Xayah



    "Mamma, mamma! Mi racconti di come tu e papà vi siete conosciuti?"




    Una fata molto piccola, dai tratti dolci e gentili si era messa a cavalcioni sulle gambe della madre, Xayah, pronta ad ascoltare per l'ennesima volta la storia dell'innamoramento dei suoi genitori. La bambina aveva a malapena otto anni, i capelli rossi come quelli della madre, gli occhi dorati esattamente come quelli del padre. Era una fata esattamente come la madre, un po' testarda e ribelle, tratti presi da entrambi i genitori che ancora erano il principe e la principessa del regno delle fate del bosco di Elderwood.


    Junko, la bambina che sedeva ora sulle sue gambe, era l'erede al trono, quando i genitori sarebbero passati a miglior vita, ma sarebbero passati sicuramente svariati anni prima che quella possibilità potesse diventare anche solo concreta. Il loro popolo dopotutto era molto longevo e a meno di problemi seri... Sarebbero passati almeno un centinaio d'anni ancora prima che Xayah dovesse lasciare quel ruolo alla figlioletta.


    La principessa sorrise dolcemente alla figlia, andando con una mano a scompigliarle i capelli. Nei suoi occhi rivedeva costantemente quelli di Rakan, che in quel momento era dalla sua famiglia per discutere di cose molto importanti. Fino a poco prima di conoscersi sul serio e finire con l'innamorarsi l'uno dell'altra erano parti di fazioni diverse, di famiglie diverse. Ora erano sposati, quindi in un certo senso era come se le loro famiglie si fossero unite, anche se all'inizio non era stato facile fare accettare la loro relazione.





    "Non ti stancherai mai di ascoltare quella storia, eh piccola Junko? Oggi farò ben di più: ti porterò con me nel posto in cui papà ha rischiato la sua vita per me e proprio lì, in quel momento, mi sono resa conto di quanto lui ci tenesse a me, oltre al fatto che avrebbe fatto di tutto per me."




    Era un posto particolare quello dove la stava per portare, un posto segreto, ma quella volta il suo essere una principessa ribelle l'aveva portata nei guai e - anche se Rakan era di una fazione opposta, nonostante fosse comunque una fata - colui che in quel momento era suo marito e il padre di sua figlia... le aveva salvato la vita per sempre. Xayah mise Junko a terra, la quale zompettò in camera sua a cambiarsi, sotto lo sguardo attento della madre. Lei non aveva bisogno di un cambio d'abiti in quel momento: indossava quasi sempre il suo vestito fatto di foglie, a parte quando dormiva. Non ci volle molto tempo prima che le due donne lasciassero la casa in mezzo al bosco, dirette verso una destinazione sconosciuta alla bambina, ma che portava davvero tanti ricordi alla mente della donna più vecchia.

    Rakan ancora portava i segni di quel maledetto - ma anche al contempo benedetto - giorno. Lui tendeva a non indossare mai nulla sul petto, anzi: sembrava voler sempre mostrare con orgoglio le ferite di guerra.

    Man mano che camminavano il bosco diventava sempre più fitto, gli alberi sempre più imponenti e la luce mano a mano faticava a filtrare attraverso le fronde di essi. Qua e là il terreno veniva baciato da soffusi raggi solari, ma erano davvero molto radi. Loro non avevano di certo bisogno di molta luce: lì le piante e gli animali ne fornivano abbastanza anche senza che ce ne fosse davvero bisogno, quindi non era come avventurarsi in un posto completamente buio. Di sicuro era però diverso da dove era casa loro: era sì circondata dal verde e dagli alberi, ma c'era molta più luce naturale rispetto a lì. Era un posto tranquillo e lontano dalla vita di corte, alla quale Xayah avrebbe dovuto partecipare attivamente, ma era una ribelle e non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno. Voleva tenere assolutamente la sua bambina fuori da quel giro, anche se come unica erede prima o poi sarebbe stata destinata a prendere il suo posto. Ovviamente quelle decisioni avevano avuto non poche conseguenze, ma lei se ne era infischiata ogni volta e si faceva viva a palazzo solo quando strettamente necessario. Era già stata costretta a far conoscere la figlia ai genitori e invece lei l'avrebbe evitato molto volentieri. Da quando aveva sposato Rakan i rapporti con la sua famiglia erano molto controversi, dato che loro non approvavano il suo consorte, per quell'esatto motivo preferiva passare il minor tempo possibile con loro. Xayah poteva capire che non sopportassero molto la famiglia di suo marito, ma con quel matrimonio avevano anche messo una pietra sopra tutte le faide che c'erano state tra le due famiglie fino a quel momento.

    Man mano che camminavano, arrivarono in una zona molto più illuminata della precedente. Lì la luce era molto diversa e proveniva da un albero incantato. Gli occhi della piccola guazzavano di felice in ogni dove: quel posto era semplicemente stupendo e non capiva come potesse essere successo qualcosa di brutto alla madre proprio lì. Sembrava una località molto tranquilla e si sarebbe messa volentieri a giocarci attorno, ma erano lì per uno scopo ben preciso e voleva assolutamente sentire quel racconto. Il gioco poteva venire anche dopo, in quel caso.




    "Sai piccola Junko... tuo padre è stato sempre un Don Giovanni e sono più che sicura che lo fosse anche prima di conoscermi. Io sono però una donna molto particolare, non mi innamoro della prima persona che mi fa la corte e diciamo che... all'inizio non sopportavo moltissimo Rakan." Mentre Xayah parlava, andò a sedersi su una radice di quell'albero, facendo cenno anche alla figlia di sedersi lì con lei. "Per scappare dai miei doveri di principessa, mi nascondevo molto spesso qua. Si tratta di un luogo molto bello e silenzioso, ed è proprio qui che un giorno lo incontrai. Lui mi è stato da subito indifferente, mentre io per lui sono stata sicuramente una preda molto appetitosa da avere subito al suo fianco." Sorrise Xayah, mentre ripensava a quei momenti: a quel tempo lo aveva evitato, si era fatta desiderare anche troppo, ma alla fine era ceduta alle sue avanches. "Credo di non aver mai conosciuto una fata così cocciuta come lui. Ogni giorno veniva qui con la speranza di incontrarmi, di potermi parlare, di potermi corteggiare."




    "Alla fine però c'è riuscito e dal vostro amore sono nata io!" Junko non le lasciò nemmeno finire di raccontare, ma Xayah non se la prese, anzi: le sorrise con dolcezza, accarezzandole il viso.




    "Beh, ti posso assicurare che dal nostro primo incontro a quando io mi sono davvero innamorata di lui è passato molto tempo. Ogni giorno però ci incontravamo qui, parlavamo, ci tenevamo compagnia, lui mi faceva sempre la corte, ma poi alla fine prendavamo le nostre vie e ci separavamo. Poi un giorno di almeno duecento anni fa, anno più anno meno, ci sono stati dei problemi. Qualcuno era stato assoldato per uccidermi, in quanto unica erede e discendente diretta dei miei genitori, che come ben sai sono il re e la regina. In casa nostra non mi sentivo per niente sicura nonostante le guardie reali e questo era il mio piccolo angolo di paradiso che solo io e Rakan conoscevamo. Grazie alla mia agilità lo avevo raggiunto in poco tempo, anche se mi sentivo costantemente seguita, ma non ero mai stata attaccata finché non ero arrivata qui. Forse in realtà volevano sia me, sia papà, non ne sono del tutto certa." Xayah sospirò appena, mentre teneva lo sguardo nel vuoto e le sembrava di poter rivivere quel momento che stava raccontando. "Mi hanno attaccato completamente alla sprovvista, quando Rakan ancora non c'era e, anche se sono molto letale, erano comunque troppi e con poteri molto differenti. I miei poteri e quelli di papà sono però molto complementari, quindi con il suo arrivo tutto divenne più sostenibile. Ma sai... erano comunque troppe persone, io ero colei che doveva venire... non so, uccisa credo, ma Rakan si è messo in mezzo. Per lui ero così importante da arrivare a rischiare di morire, pur di vedere me in quelle condizioni. Eppure io ancora non lo amavo a quel tempo, solo da quel giorno ho davvero capito i suoi, ma soprattutto i miei sentimenti."




    Xayah si alzò e si avvicinò a un punto particolare dell'albero, sfiorandone appena la corteccia ruvida, mentre sospirava.




    "In questo esatto punto... è qui che papà è stato ferito quasi a morte. Ogni volta che lo vedo, o che vedo la sua cicatrice sul petto mi sento male. Perché lui era a un passo da non essere qui con noi. Non eri ancora nata, però si è immolato per salvarmi e non riuscirò a essergli mai abbastanza riconoscente."




    Non era ancora stata in grado di trovare il modo di ringraziarlo a dovere per ciò che aveva fatto per lei, ma ogni giorno sapeva di amarlo sempre di più, fino alla fine dei loro giorni. Rakan avrebbe dovuto sopportarla ancora per molto tempo.




    "Grazie per avermi portata qui e avermi raccontato tutto nei dettagli mamma. Ti voglio tanto bene." Junko strinse la mano che la madre teneva lungo la gamba, sorridendole.




    "Di niente piccola. Era giusto che prima o poi venissi a sapere l'intera storia. Ti voglio bene pure io, ma non essere testarda come me, prendi un po' da papà."



    Fandom: League of Legends
    Personaggi: Xayah, Rakan, OC
    Genere: Generale, Triste
    Avvertimenti: AU, raccolta
    Wordcount: 1547 parole
    Missione e prompt: #3 – Boschi



    Edited by catching_hearts - 12/2/2021, 18:39
     
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    Dvalin



    9Jluz5o

    Fandom: Genshin Impact
    Personaggi: Dvalin
    Genere: Generale
    Avvertimenti: ---
    Wordcount: 2000 parole
    Missione e prompt: #3 – Draghi

     
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    Grattis på födelsedagen



    Correva ormai il 20 settembre e si presentava come un giorno normalissimo. Alla Gaming House dei G2 tutti i giocatori ancora dormivano, ma la sveglia era destinata a interrompere l'ambito sonno di Marcin e Mihael.

    Non erano di certo ragazzi che amavano svegliarsi presto la mattina, ma quel giorno era particolare per ben due motivi: era il compleanno di Martin, il loro fidanzato, e anche il loro quarto mesiversario. La loro relazione con Martin era molto stabile, tutti e tre si amavano in egual modo e volevano festeggiare per bene quel giorno.

    Era il primo anno in cui avrebbero festeggiato assieme, grazie al trasferimento di Martin il novembre precedente e i due ragazzi avevano deciso di regalargli qualcosa di particolare.

    I primi tenui raggi si insidiarono oltre le tende, andando a posarsi delicatamente sul viso del jungler e del support, nell'esatto momento in cui le loro sveglie iniziarono a suonare.Jankos aprì lentamente gli occhi, coprendoli appena con il braccio per poter evitare che la luce li ferisse troppo. La sveglia mostrava le otto di mattina e aveva a disposizione solo due ore prima che Martin si svegliasse, mentre sapeva benissimo che Mihael si sarebbe svegliato alla sua stessa ora, dato che entrambi dovevano preparare cose per quella giornata particolare.

    Il giorno prima avevano deciso di dividersi i compiti: Jankos avrebbe preso la macchina e sarebbe andato a prendere il regalo per il mesiversario, mentre MikyX, data la sua bravura nel cucinare, si sarebbe occupato della torta. Dopo essersi vestito, Marcin prese il portafoglio, le chiavi della macchina e la giacca, andando nella cucina comune dei loro appartamenti, trovando MikyX che già stava preparando gli ingredienti sul piano di lavoro.



    "Mikyyyy..." Sussurrò andando ad abbracciarlo da dietro, appoggiando così la testa sulla sua spalla. "Buongiorno. Allora io mi occupo del regalo, mentre tu della torta, mh?" Avrebbe voluto aiutarlo, ma era un disastro in cucina e poi era l'unico a poter prendere la macchina e andare a prendere il regalo, non poteva fare altrimenti.

    "Mh... 'Giorno. Sì, ci penso io qua, tu occupati di quello e vedi di essere di nuovo qui per le 9:50, così lo svegliamo noi." Ora che erano tutti e tre fidanzati, il comportamento di Marcin non gli dava più così fastidio come all'inizio, però non gli piaceva troppo quando faceva certe cose in presenza anche degli altri. Si imbarazzava comunque facilmente per certi gesti in pubblico. "Al ritorno, se hai tempo, passa anche a prendere dei croissants, così gli portiamo la colazione a letto. Non ho il tempo di preparare anche dei muffin o cose simili." Il tempo di fare del caffè e un succo di frutta lo aveva, era per il resto che non ne aveva.

    "Va bene! L'anello lo prendo - se lo trovo - con cristallo Swarovski, che ne dici?" Doveva essere un regalo da parte di entrambi, quindi Marcin ci teneva che anche il support fosse d'accordo sulla sua scelta.

    "Sì, mi sembra un'ottima idea. Per il laser tag possiamo guardare orari e costi su internet. Ora vai, o rischiamo che non torni in tempo." Mihael non lo voleva di certo allontanare, ma avevano una tabella di marcia molto severa e troppo ritardo avrebbe mandato tutto all'aria.

    "Vado, vado! A dopo."



    Prima di allontanarsi gli schioccò un bacio su una guancia, soddisfatto. Marcin ora poteva andare a fare le sue commissioni senza problemi e lasciare il povero Mihael a preparare la torta foresta nera, una delle più amate da Rekkles. Non avevano mai festeggiato il compleanno assieme prima di allora, erano sempre stati in squadre diverse, a parte qualche mese, ma non era stato comunque abbastanza per avere un quadro completo di cosa gli piacesse effettivamente. Ora che Rekkles era però lì con loro ai G2 le cose erano decisamente diverse: avevano iniziato a conoscersi meglio, si erano innamorati gli uni degli altri e alla fine eccoli lì a preparare una giornata con i fiocchi al nuovo arrivato in squadra e nelle loro vite sentimentali.

    Presa la macchina, Jankos guidò con prudenza fino al centro di Berlino, cercando poi la gioielleria in cui era già stato qualche giorno prima con Miky. Decidere quali anelli e quali collane prendere per tutti e tre non era sicuramente facile, ma alla fine ripiegò su tre anelli solitari con cristallo Swarowsky, con una particolare montatura a stella, adibita a riflettere meglio la luce. Le tre collane invece - anche se Martin già ne aveva una - in oro giallo e bianco, che andavano poi a risaltare l'anello che vi avrebbero aggiunto.



    "Grazie infinite e buona giornata!"



    Marcin uscì dal negozio tutto soddisfatto: aveva preso dei regali stupendi, era certo che Rekkles e Miky li avrebbero apprezzati, anche perché risaltavano anche il colore dei loro occhi. Uno sguardo veloce all'orologio da polso gli fece capire che era meglio se si dava una mossa, o sarebbe rientrato troppo tardi. Trovare una pasticceria aperta non fu difficile, ci mise davvero poco a prendere tre croissants più qualche pastina da dare anche a Wunder e Caps più avanti nella giornata.



    "Ce l'hai fatta a tornare in tempo, per un attimo temevo che non ci saresti riuscito." Dalla cucina arrivava decisamente un profumo invitante, ma non si riusciva a vedere la torta, quindi Mihael doveva averla già messa nel frigorifero.

    "Non è stato facile trovare le cose perfette, ma ho tutto!"



    Jankos mise un leggero broncio: perché il fidanzato non aveva fiducia in lui? Oddio... lui pensava che avrebbe preso solamente qualcosa per Martin... gli diede una mano a mettere tutto sul vassoio, prima di precederlo alla stanza dove dormiva il loro svedese preferito.

    Dato che Mihael aveva il vassoio, fu Marcin ad aprire piano la porta, cercando di fare il minor rumore possibile: doveva essere una sorpresa quella e di certo non sarebbe stato il meglio svegliarlo. Attese che il ragazzo appoggiasse il vassoio sulla scrivania del loro fidanzato, prima di salire piano sul letto e stendersi accanto a Martin, accarezzandogli poi il viso.



    "Martin amore, buongiorno, ma soprattutto

    Grattis på födelsedagen!"



    Marcin era sicuro di aver sbagliato a pronunciare quelle parole, su internet però aveva scoperto che significavano buon compleanno e si era sforzato di impararle, così da rendere il tutto ancor più piacevole per lo svedese. Miky si limitò a sedersi accanto a loro e accarezzare i capelli di Rekkles, posandogli un bacio sulla fronte, mentre osservava come lo stesso apriva gli occhi, ancora assonnato.



    "Grattis på födelsedagen."



    Rekkles non era di certo abituato ad avere qualcuno che andava a svegliarlo in quel modo il giorno del suo compleanno. Certo, non era la prima volta che Jankos entrava in silenzio in camera sua e si stendeva accanto a lui svegliandolo con toni dolci, però quella situazione era completamente diversa. Quando finalmente riuscì ad aprire gli occhi si trovò disteso il polacco davanti a sé, che era stato anche il primo a cercare di augurargli buon compleanno nella sua lingua madre. Certo, non era una pronuncia giusta, ma apprezzava molto lo sforzo e lo trovava davvero carino.



    "Grazie mille ragazzi."



    Martin diede un bacio a entrambi, concedendo loro uno dei suoi migliori sorrisi, uno di quelli che era in grado di sciogliere il cuore a tutti e al quale non era possibile resistere. Alle sue narici arrivò subito il profumo di caffé e croissants appena sfornati, che notò sulla sua scrivania. Non poteva di certo dire di essere abituato a tutto quel servizio: di solito facevano una festicciola tra compagni, oppure lo festeggiava con i genitori. Era forse quello il bello di essere fidanzati? Addirittura con due persone, invece che solo con una?

    Sentì Mihael alzarsi e lo vide andare a prendere il vassoio, per cui si mise a sedere sul letto, le gambe belle distese e la stessa cosa fece Martin lì vicino a lui. Per fortuna il suo letto era bello largo, per cui ci stavano benissimo tutti e tre lì dentro, senza il rischio di cadere fuori da esso per uno di loro. Quando Miky gli mise il vassoio sulle gambe, notò subito dei piccoli contenitori impacchettati, che andavano a formare un piccolo cuore su un piattino a parte. Potevano essere i regali, quasi sicuramente lo erano, ma erano ben sei e la cosa era strana: quante cose gli avevano preso?



    "Quelli impacchettati con la carta blu sono per te Martin, quelli con la carta dorata sono per Miky, mentre gli altri due sono miei. Questa è però solo una parte del tuo regalo. Diciamo che è per il mesiversario, per il compleanno abbiamo altro in serbo per te."



    No, non avrebbe detto cosa c'era ancora, ma ora voleva assolutamente vedere le loro espressioni nel vedere cos'aveva comprato per tutti loro. Aveva adorato quel tipo di anello che aveva trovato e sperava che la stessa cosa valesse anche per loro. Anche se era il quarto mese in cui stavano assieme, era decisamente giunta l'ora di avere anche un anello. Sarebbe stato scomodo durante il gioco e per averlo sempre con sè la collana era la cosa migliore.

    In contemporanea presero i loro pacchettini, che una volta aperti mostrarono dei cofanetti in velluto, in pan dan con la carta regalo in cui erano stati racchiusi. Jankos attese nell'aprire il suo e il primo fu proprio il festeggiato, al quale divennero gli occhi lucidi nel vedere per prima cosa l'anello.



    "Questo anello a forma di stella è davvero... stupendo! Grazie mille ragazzi!" Prima di dire altro aprì anche il secondo cofanetto, e prese delicatamente la collana tra le mani, accostandola all'anello. "... Non ho parole: è uno dei regali più belli che potevate farmi. Lo adoro moltissimo."



    Mise collana e anello al collo, continuando ad ammirarle, mentre pure Miky e Jankos stessi seguivano i suoi movimenti. Ora avevano tutti e tre anello e collana in coordinato, li avrebbero indossati anche durante le partite, nel segno del loro amore, anche se non ce n'era davvero bisogno. Tutti e tre sapevano benissimo quanto i sentimenti di ciascuno di loro fossero forti e non li avrebbero mai messi in dubbio.



    "Per il resto della giornata ti aspettano tanti dolci, qualche partita a laser tag e tante coccole!"



    Si misero a ridere tutti e tre, iniziando poi così a fare colazione, un modo più che esemplare per iniziare al meglio quella giornata.

    Fandom: RPF esports e gaming
    Personaggi: Jankos, Rekkles, MikyX
    Genere: Romantico
    Avvertimenti: Threesome
    Wordcount: 1722 parole
    Missione e prompt: #2 – Threesome + Concept-imana #1 - Final Fantasy - Cristallo



    Edited by catching_hearts - 23/2/2021, 22:46
     
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    Cielo



    BycJpAN

    Fandom: Originali
    Personaggi: ---
    Genere: ---
    Avvertimenti: ---
    Wordcount: 2000 parole
    Missione e prompt: #1 – Cielo

     
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    Paesaggio innevato



    UlB7VOY

    Fandom: Originali
    Personaggi: ---
    Genere: ---
    Avvertimenti: ---
    Wordcount: 2000 parole
    Missione e prompt: #3 – Sereno/neve

     
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    Some things never change



    "Allora GrabbZ, come sta andando la season? Come si sta integrando Rekkles con i nuovi compagni?"

    Sjokz era seduta nello studio, Caedrel al suo fianco alla debita distanza di almeno un metro e mezzo e entrambi guardavano la telecamera. Dietro i due caster vi era uno maxi schermo collegato alla intervista con GrabbZ, coach dei G2. I ragazzi avevano appena vinto la prima partita ufficiale dello Spring Split contro i Mad Lions e la squadra in sè durante la off-season aveva perso uno storico volto, guadagnandone uno ancor più importante.

    "È un disastro... Un assoluto disastro. Per fortuna ho giocatori molto capaci nella squadra, ma al contempo sono anche molto squilibrati. Soprattutto un certo Jankos di nostra conoscenza."



    GrabbZ ogni giorno finiva con lo stupirsi nel non ritrovarsi invecchiato di almeno quaranta anni, ogni volta che doveva fare una riunione con i suoi giocatori. Loro pensavano sempre che le sue draft fossero pessime e di certo non si risparmiavano nel farglielo sapere. Quello succedeva soprattutto quando dovevano girare video per i fan, ma era comunque pesante.





    "Per quanto riguarda Martin 1, o meglio Rekkles, si è integrato molto bene nella squadra. La presenza di Caps con cui ha giocato qualche anno prima di ora ha forse aiutato, ma lo abbiamo accolto tutti molto bene. È un bravo ragazzo, ascolta sempre con attenzione ciò che gli viene detto e sta dando il suo massimo per creare la massima sinergia con MikyX. Qualcuno gli dà forse troppe attenzioni, ma certe cose non cambiano mai e non sembrano disturbarlo troppo, quindi per ora va bene così."



    Ora che Perkz se ne era andato in Nord America, l'arrivo di Rekkles aveva portato sia una ventata di novità, sia comunque la giusta aggiunta per creare un team di nuovo forte. Non che Perkz fosse l'unico giocatore importante nella sua ex squadra, eh: anche tutti gli altri erano molto bravi, ma certo il suo addio dopo tutti quegli anni aveva avuto un certo impatto sulla squadra in sé.



    "Penso che comunque, anche se Rekkles e Perkz hanno uno stile di gioco un po' diverso e il primo comunica meno rispetto al secondo durante la partita... gli altri ragazzi non notino una vera e propria differenza. Non è sempre stato tutto rose e fiori, ma succede sempre così anche quando i giocatori non cambiano. Mi ritengo comunque soddisfatto perché questa prima partita è andata molto bene e sono sicuro che continueremo così, magari con alcuni alti e bassi. Mi fido dei ragazzi, anche se a volte mi fanno davvero venire un diavolo per capello e prima o poi invecchierò prima del previsto a causa loro."



    Fabian sospirò, ma si lasciò andare comunque ad un sorriso, sentendosi un po' meglio ora che era stato in grado di dire tutte quelle cose.



    "Va bene Grabbz, grazie per essere stato qui con noi oggi e speriamo che questa settimana si chiuda come è iniziata!"

    Fandom: RPF esports e Gaming
    Personaggi: Sjokz, Grabbz
    Genere: generale
    Avvertimenti: ---
    Wordcount: 480 parole
    Missione e prompt: #2 – Come la penso

     
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    Berlin at night



    Il sabato sera sempre dedicato alle partite della LEC: ogni squadra quell'anno restava chiusa nella Gaming House e nella Gaming Room c'era lo showdown contro gli avversari. Dall'inizio dello Spring Split due sole squadre si erano davvero distinte tra tutte le altre, perdendo solo due partite ciascuna: G2 e Rogue.

    I G2 si presentavano con il nuovo acquisto Rekkles, che stava facendo davvero faville con i nuovi compagni, riuscendo a integrarsi molto nel nuovo ambiente che era molto più tranquillo e spensierato di quando era ai Fnatic. A Martin piaceva la nuova squadra: passavano molto spesso tutta la giornata assieme, anche quando ce l'avevano libera e lui la considerava una cosa molto importante. Nella vecchia squadra tutto quello gli era mancato molto, ma non era di certo solo quello che rendeva il tutto molto più piacevole.

    A differenza dei compagni, Martin era l'unico a non abitare lì nella nuova gaming house: valeva la stessa cosa di quando era ai Fnatic, perché sentiva il bisogno di staccare dopo tutta la giornata passata a giocare, per non parlare del week-end. Di solito gli altri se ne restavano alla Gaming House, mentre Rekkles era l'unico che, vivendo in un appartamento a dieci minuti da essa, poteva prendere un po' d'aria e staccare direttamente da tutto ciò che era successo fino a quel punto.

    Una passeggiata la sera per scaricare la tensione dopo un'intensa partita era il metodo migliore per passare una nottata migliore. Ogni partita richiedeva una concentrazione non da poco in ogni momento e difficilmente ci si poteva concedere delle distrazioni. Anche se la loro sedia da gaming era comoda e concedeva loro del lusso e l'evitare un inutile dolore a causa del stare troppo seduti su di essa - con dei cuscinetti fatti appositamente - il peso mentale che alcune partite avevano su di loro era molto spesso più fonte di fastidio rispetto a tutto il resto. Il peggio veniva se oltre a tutta l'intensità si aggiungeva il senso di sconfitta dopo una partita in cui erano convinti di avere dato il massimo di loro stessi. C'erano games in cui la squadra avversaria era semplicemente più brava, altri in cui gli errori si accumulavano l'uno sopra all'altro e venivano, giustamente, puniti il più possibile.

    La cosa più appagante era invece la vittoria: anche se non era andata come sarebbe dovuta andare, anche se c'erano stati alcuni errori, prevalere aveva sempre quel sapore dolce, soprattutto quando la scritta "vittoria" appariva sullo schermo. In quel caso non mancavano mai i sorrisi a trentadue denti, gli abbracci tra di loro e con i coach, le pacche sulle spalle, i complimenti... lasciare la Gaming Room per andare a rilassarsi sul divano, mangiucchiare qualcosa e poi guardare qualche serie tv al pc. A volte tendevano anche a farsi portare della pizza se non giocavano troppo tardi, così da festeggiare come si doveva la tanto meritata vittoria.



    Quel sabato era stato uno di quelli con la partita ufficiale totalmente da cancellare dalla memoria: errori su errori, il lag dovuto alla pessima connessione internet, la pausa che era - molto più o meno - a metterla a posto... Era stata una partita importante quella, contro i loro avversari datati, i Fnatic, ma solo i secondi erano riusciti a uscirne vittoriosi. Nonostante i vari problemi avevano cercato di fare proprio del loro meglio, ma alla fine erano stati i loro avversari ad avere la meglio sul campo di battaglia.

    Gli sguardi dei ragazzi fissavano la scritta "sconfitta" senza sapere cosa dire: le mani mossero - come se fossero dei robot - il mouse per poter così chiudere e spegnere tutto, prima che tutti poi si alzassero.



    "Avete fatto del vostro meglio anche con tutte le avversità contro, potete essere solamente fieri di voi e non pensarci troppo. Siamo solo alla seconda partita persa, non abbiamo perso lo split."



    Duffman e Grabbz erano andati da loro come al solito e, avendoli visti un po' giù di morale, si erano sentiti in dovere di tirar loro su il morale. In quel caso non c'era molto da riguardare per quella partita: il lag aveva comportato la maggior parte dei problemi e errori, quindi...



    "I nostri coach hanno ragione. Nonostante il lag gli abbiamo dato del filo da torcere. Per sgombrare la mente potremmo andare a fare una passeggiata per Berlino ora. Prendiamo un po' d'aria fresca e non ci pensiamo troppo. Domani o nei prossimi giorni possiamo rivedere il video e commentare gli eventuali errori."



    Mihael aveva preso in mano la situazione, si sentiva un po' il capitano della squadra ed era giusto che si comportasse come se lo fosse stato davvero. I due Martin, Marcin e Rasmus annuirono, uscendo così dalla stanza e si chiusero momentaneamente in camera per vestirsi decentemente, dato quanto aveva nevicato nei giorni precedenti. Pochi minuti dopo si ritrovarono tutti all'ingresso, le mascherine già indossate, i cappelli calati sulle orecchie, i guanti alle mani e il cappotto bello chiuso, adornato in cima anche da una sciarpa, così che tenessero al caldo il collo.

    I passi dei ragazzi risuonarono per qualche attimo per le scale, prima di cessare, mentre loro iniziavano a camminare al di fuori della Gaming House. Berlino di notte era stupenda, il fine settimana di solito brulicava di persone, ma dato il problema che il Corona virus comportava, non vi erano più così tante persone in giro, non a quell'ora per lo meno. La luce dei lampioni era l'unica fonte di illuminazione, fatta eccezione per le pochissime macchine che passavano sporadicamente. Se si alzava il volto verso il cielo, esso appariva totalmente scuro, le stelle non si vedevano a causa dei nuvoloni che minacciavano pioggia o altra neve. Una notte coperta, le temperature erano basse e di certo non favorivano la sciolta della neve che era caduta copiosamente nei giorni precedenti. Si sarebbero anzi formate solamente delle lastre di ghiaccio pericolose.



    "Non molto lontano da qui ci dovrebbe essere un parco, seguendo questa linea di lampioni, ragazzi. Potremmo avventurarci lì."



    Anche se non c'era nessuno in giro, a Rekkles sembrava una bella idea, anche perché in quel momento non aveva molta voglia di incontrare qualche fan. A volte tendeva ad allungare leggermente la strada prima di tornare a casa e si fermava in quel parco, sedendosi completamente da solo su una delle panchine che ivi vi erano.



    "La tua è un'ottima idea, Martin!"



    La voce gracchiante era quella di Jankos, che strappò un lieve sorriso all'ADC, mentre si metteva lui al loro capo, così da poterli guidare.



    "Oooh, ma qui c'è anche quella famosa fabbrica di cioccolato Ritter! Appena riapre dobbiamo assolutamente andarci tutti! Le tavole che ne escono sono una bontà e si possono scegliere i gusti che si vogliono."



    Essendosi trasferiti relativamente da poco nella Gaming House, non avevano ancora avuto davvero l'opportunità di esplorare i dintorni date le sessioni di gaming che facevano ogni giorno.



    "Sicuramente riaprirà presto, appena verranno allentate tutte queste restrizioni. In ogni caso concordo: fanno la cioccolata che è la fine del mondo, Rasmus."



    Invece di continuare su quella via, si spostarono vero unter den Linden, così da arrivare in modo più diretto al parco, ma anche perché così erano direttamente nel centro della città. Era davvero strano vedere quasi tutto nell'oscurità, ma ormai le cose andavano in quel modo e non potevano farci molto. Prima di arrivare alla loro ambita meta passarono anche davanti al muso della storia di Berlino, fermandosi solo quando arrivarono al Duomo di Berlino. Oltre esso si poteva sentire scorrere la Sprea, cosa che normalmente era quasi impossibile, ma era comunque un bel suono.

    Quel piccolo giardino aveva due panchine e i ragazzi si divisero: Caps - che per tutto il tempo si era tenuto ben stretto al suo ragazzo - e Wunder su una, mentre Rekkles, MikyX e Jankos sull'altra. Attorno a loro regnava la pace più assoluta, mentre Caps si sedeva cavalcioni sul loro top laner, iniziando a baciarlo con dolcezza e gli altri distoglievano lo sguardo da loro.

    Caps lo aveva voluto baciare da quando avevano finito la partita e solo in quel momento aveva potuto finalmente farlo. Wunder portò le braccia attorno al corpo esile del compagno e fidanzato, strusciando il naso con il suo, baciandolo poi.

    Dal canto loro, anche Rekkles, MikyX e Jankos iniziarono a baciarsi lì su quella panchina, alle loro spalle, sullo sfondo, il Duomo di Berlino che si ergieva in tutta la sua maestosità. Rekkles era in mezzo al jungler e al support ed entrambi gli davano le giuste attenzioni: Jankos si era avventato sulle sue labbra, mentre Miky restava all'altezza delle sue spalle e il suo collo.

    Qualche attenzione qui e lì fece dimenticare loro tutto il resto, il posto dove si trovavano, ma soprattutto che di lì a qualche minuto sarebbe potuto iniziare a piovere o a nevicare di nuovo. Candida e lenta la neve tornò lentamente a scendere e posarsi sul terreno, sulle loro giacche, sui loro cappelli. Forse a quel punto era meglio tornare alla Gaming House, più che altro per evitare un bel raffreddore - che per come erano vestiti era quasi impossibile che lo avrebbero preso - però a quel punto tanto valeva spingersi fino alla torre della televisione per poi tornare indietro e andare a riposare.



    "Vi va di andare alla torre della televisione? Poi sarà meglio rientrare, io personalmente mi sento anche già un po' meglio."



    Quell'uscita era stata sicuramente molto utile per scaricare i nervi di tutti, soprattutto per Caps, che era stato colui che aveva avanzato quella proposta. Dopo l'annuire di tutti, ripresero il cammino stringendosi meglio nei cappotti che indossavano: anche quell'attrazione era, ovviamente, chiusa, le luci che la illuminavano di solito erano ancora accese, ma tutto quello aveva tutto un altro significato, un'altra atmosfera e il che era un vero peccato. Caps aveva preso Wunder per mano, intrecciandola in una delle sue, sorridendogli a trentadue denti per quanto era felice. Un'uscita strana, però era stata davvero utile dopo quella giornata particolarmente no e non poteva sentirsi più soddisfatto in tutto quello. Gli altri tre ai suoi occhi formavano un bel trio amoroso, anche se a volte Jankos faceva decisamente irritare il povero MikyX, mentre Rekkles sembrava sopportarlo in silenzio, senza dire nulla.



    "A domani allora. Dormi bene Martin."



    Avevano camminato lentamente verso la Gaming House, ma dato che Rekkles non vi dormiva come tutti gli altri, si erano dovuti lasciare a dieci minuti a piedi da essa. Con un saluto di mano e vari buonanotte si allontanarono da lì, più leggeri nell'animo.

    Fandom: RPF esports e Gaming
    Personaggi: G2 players
    Genere: generale, romantico
    Avvertimenti: threesome
    Wordcount: 1770 parole
    Missione e prompt: #4 - Città di notte + Concept-imana #2 - Hades - Fuga



    Edited by catching_hearts - 23/2/2021, 22:59
     
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    Esplorazione deserto



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    Fandom: Originali
    Personaggi: ---
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    Wordcount: 2000 parole
    Missione e prompt: #4 – Esplorazione + deserto

     
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    "Yagari-sensei, la missione di Eiko Cross e Zero Kiryuu è finita. Non ci sono stati molti problemi: Eiko è stata quasi attaccata da uno dei livelli E, ma Kiryuu l'ha salvata, restando ferito. La ragazza alla fine ovviamente si è sentita in colpa e gli ha offerto il proprio sangue, lui ha però rifiutato e lei... beh... l'ha baciato poi."




    Toga aveva appena finito di fare lezione alla Night Class, prima di essa si era dovuto occupare lui della buona riuscita dello scambio tra le due sezioni e le umane come lui erano rimaste molto più tranquille rispetto al solito. Era stato lui stesso a mandare quel Vampire Hunter a controllare i suoi pupilli, dato che non si era potuto assentare dalle lezioni quel giorno. Anche se stava per compiere ormai trent'anni e quella ragazza ne aveva compiuti diciassette il giorno prima, lui era totalmente attratto e innamorato di lei. Quella ragazza era semplicemente perfetta: capelli rossi lunghi fino al sedere, gli occhi erano di color viola, le curve erano nei punti giusti, il seno era prosperoso ma non troppo. Una ragazza plasmata interamente dagli allenamenti a cui lui stesso l'aveva sottoposta assieme a Zero, anche se con lei era stato molto più severo.




    "..." Non gli piaceva affatto che lei avesse baciato il suo coetaneo. Non le aveva mai confessato ciò che provava per lei, però era geloso, eccome se lo era. Non gli piaceva davvero molto quanto erano vicini, anche se erano fratellastri. "Ti ringrazio per le informazioni. Puoi andare, ci penso io ora."




    Toga concedò l'uomo e si diresse al cancello d'entrata dell'Accademia, appoggiandosi all'inferriata mentre attendeva che i ragazzi rientrassero dalla missione. Una missione che apparentemente doveva essere semplice, quindi non si spiegava come potesse essere successo che Eiko era rimasta quasi ferita. C'erano forse stati più livelli E di quanti erano stati preventivati e lei si era distratta anche solo per una frazione di secondo? Quello non era di certo ciò che le aveva insegnato: non doveva lasciarsi scalfire da nessun pensiero durante le missioni, o anche solo una ferita poteva comportare brutte conseguenze. Per di più se per caso dietro a tutto quello ci fosse sto un qualche vampiro purosangue...


    Scosse appena la testa a quel pensiero: non avrebbe permesso che anche lei rimanesse vittima di un qualche purosangue: aveva già perso una persona davvero molto cara perché era scesa a livello E, il suo pupillo Zero era su quella strada dopo essere stato morso e trasformato da Shizuka Hiou, il preside della scuola aveva un elevato livello di sangue di vampiro nel suo sangue... voleva che almeno Eiko si tenesse fuori da tutto quello.





    "Eiko, devo parlarti, seguimi."




    Quando finalmente i due ragazzi arrivarono di fronte a lui, Toga si staccò dall'inferiata e precedette la ragazza verso la propria stanza che aveva lì in accademia. Voleva parlarle lì perché sarebbero stati da soli e nessuno li avrebbe ascoltati. Restò zitto per tutto il tragitto, lasciando la vampire hunter a rimuginare sul perché di quella convocazione così improvvisa, almeno fino a che non arrivarono alla loro ambita meta. La precedette all'interno per poi chiudere la porta dietro di loro, appena anche lei fu dentro.




    "Siediti pure sul letto se vuoi, abbiamo molto di cui parlare e non sarebbe comodo per te rimanere in piedi tutto il tempo." La invitò a sedersi, mentre lui si appoggiò alla scrivania, incrociando le braccia al petto.




    "Ho per caso fatto qualcosa di sbagliato nella missione, Yagari-sensei? Non è di certo da te volermi parlare così direttamente, soprattutto non nella tua stanza, invece che in presenza del preside o del mio fratellastro." Eiko si sedette come da invito, accavallando le gambe, mentre spostava lo sguardo sul vampire hunter. Segretamente anche lei era innamorata di lui, ma di certo non si aspettava di potergli davvero interessare, soprattutto per la loro differenza d'età.




    "Mi è stato riferito che l'avete portata a compimento, ma che sei quasi stata ferita. Per cosa ti ho allenato tutti questi anni? Mi sono concentrato principalmente su di te e sulla tua crescita come vampire hunter non per farti distrarre e quasi mordere da un misero livello E." Toga era... irritato, sì. Non tanto per il fatto che si fosse quasi fatta ferire, bensì perché dopo tutti quegli allenamenti non si aspettava una cosa simile da lei. Doveva forse smetterla di mandarla in missione con il fratellastro? Per non parlare poi del bacio di cui l'altro hunter gli aveva parlato. "In più mi è stato detto che gli hai offerto il tuo sangue per scusarti, per fortuna Zero ha avuto cervello e non lo ha preso... e che lo hai baciato." Le ultime parole le disse con il tono più neutro che gli riusciva, guardando da tutt'altra parte rispetto a dove sedeva la persona che tanto desiderava. Lo sapeva benissimo che ciò che provava per lei era totalmente sbagliato data la loro differenza d'età, ma a lui non importava minimamente tutto quello.




    "Scusa, come fai a sapere tutto ciò? A parte che io Zero non l'ho baciato, non sulle labbra per lo meno... ci hai fatti per caso spiare?" Eiko si sentiva a dir poco esasperata: non si aspettava una cosa simile e anche se le faceva piacere vedere che Toga era geloso, la cosa un po' la inquietava. "Per quanto riguarda l'essermi fatta quasi ferire mi dispiace, non succederà mai più, promesso. Invece tu... sei geloso?" Portò un gomito sulla gamba, appoggiando così la testa sulla mano aperta e lo guardò sott'occhi, sperando che finalmente ammettesse che cosa lo spingeva a comportarsi in quel modo.




    "Come faccio a saperlo non è importante, anche se non lo hai baciato sulle labbra sempre un bacio era e non lo stai negando." Anche se cercava di non darlo a vedere, quella discussione non gli piaceva affatto. "Geloso...? Forse, chi lo sa." Decise di rimanere sul vago, così da non destare troppi sospetti, anche se era certo che lei avesse già capito tutto. "Anche se fosse, sarebbe sbagliato da parte mia, data la nostra differenza di età."




    Anche se si fossero messi assieme, non avrebbero potuto mostrarlo in giro, o chissà cosa gli altri avrebbero pensato di loro. Toga non era di certo una persona a cui interessava moltissimo ciò che gli altri dicevano di lui, ma aveva pur sempre una reputazione alta da mantenere. Eiko si alzò e si avvicinò lentamente a lui, posandogli una mano su una guancia, guardandolo docilmente. Aveva ormai capito dai suoi movimenti e le sue parole quanto fosse geloso, anche se lui non lo ammetteva. Credeva anche ormai di sapere per quale motivo si teneva tutto quello per sé: i suoi genitori erano a loro volta dei Vampire Hunter e magari lui pensava anche che non sarebbero stati d'accordo su una loro relazione.




    "Toga... io sono più che sicura che tu ti stia facendo troppi problemi. Non so cosa tu stia pensando seriamente, però se nella tua testa passa la parola pedofilo beh, non lo sei. Ho diciassette anni, sono perfettamente in grado di decidere chi amare, o chi allontanare da me. Sì, abbiamo ben tredici anni di differenza, ma a me non interessa: non mi sento costretta ad amarti, è qualcosa che scelgo io di mia spontanea volontà e... mi sono già innamorata persa di te." Eiko mosse la mano che aveva sulla sua guancia per dargli una dolce carezza, mentre avvicinava il viso al suo in modo molto pericoloso. "Se hai paura perché non sai come reagiranno i miei genitori, ti dico di non preoccuparti: vogliono solamente che io sia felice e non credo proprio che sarebbero poi così contrari alla nostra relazione. Anche se così fosse io me ne fregherei dei loro giudizi. L'amore non ha età e non si può nemmeno comandare."




    Finalmente chiuse la distanza che vi era tra loro due e posò le labbra su quelle del sensei, schiudendo le labbra per accogliere la lingua di lui in bocca. Toga portò le mani ai suoi fianchi, accarezzandoli appena, mentre la stringeva forte a sè, giocando con la sua lingua. Era da molto tempo che sognava quel momento, spesso si risvegliava con l'alzabandiera mattutino e doveva rimediare lui stesso a quel disastro. In quel momento si sentiva uno stupido per essersi fatto tutti quei problemi letteralmente inesistenti, dato che lei ricambiava i suoi sentimenti. Certo, dirlo ai genitori di lei sarebbe stato difficile, ma se nessuno lo veniva a sapere sarebbe andato tutto bene.

    Con le mani andò a toglierle lentamente la parte sopra della divisa da Hunter, mangiandosi con gli occhi ciò che veniva denudato man mano che continuava. Ben presto Eiko si allontanò da lui, dopo che la giacca cadde a terra e si avvicinò al letto, iniziando proprio lì a fare uno spogliarello molto sexy e seducente. Solo nel guardare quello spettacolo, Toga si sentiva i boxer particolarmente stretti, costretti anche all'interno dei pantaloni. Quando voleva, quella ragazza era davvero un diavolo e la cosa gli faceva piacere, oltre che farlo impazzire.




    "Lo vedo come reagisce il tuo corpo, perché non ti spogli pure tu, Yagari-sensei?"




    Chiese Eiko con una certa malizia nella voce. Nel frattempo, completamente nuda, salì sul suo letto, stendendosi su di esso e da lì lo osservò. Di certo il trentenne non era capace di denudarsi in modo sensuale, però la visione che la diciassettenne aveva davanti agli occhi era a dir poco paradisiaca.




    "Sei stupenda Eiko, lo sai? Il tuo corpo è semplicemente perfetto, anche se hai qualche piccola cicatrice qua e là, causata dai miei allenamenti."




    Appena Toga fu completamente nudo si mise anche lui sul letto, sovrastandola, abbassando il capo a baciarla. Un bacio profondo, dal quale si staccò solamente nel momento in cui iniziava a mancargli seriamente il respiro. Appena le loro labbra si staccarono, rimasero comunque unite da un filo di saliva, mentre entrambi respiravano in modo affannoso. Andò a baciargli un po' il collo, lasciandole qualche piccolo succhiotto nell'incavo delle spalle, mentre con le mani le stuzzicava un po' i seni. Le dita si concentravano sui capezzoli già eretti, che segnalavano quanto lei fosse già eccitata.




    "T-Toga... io sono... ancora vergine."




    Eiko sussurrò quelle parole mentre portava le braccia attorno al collo del professore, diventando rossa come un peperone. Toga dal canto suo non rispose, si limitò ad annuire: in un certo senso se lo era immaginato che lei ancora non aveva mai fatto certe cose con qualcuno. Era sempre stato convinto che la ragazza non avesse mai avuto un ragazzo e quello glielo confermava. Lentamente scese con il viso all'altezza del suo seno e con la lingua iniziò a lapparne i capezzoli, strappandole svariati gemiti di piacere. Eiko tra le gambe si sentiva decisamente strana e iniziò a sfregare le gambe, cercando una qualche forma di sollievo. Con i baci il vampire hunter scese infine fino al ponte di Venere e da lì osservò la studentessa negli occhi: poteva vedervi l'eccitazione, ma al contempo sembrava avere paura, anche se lui avrebbe fatto di tutto per rendere l'amplesso il più piacevole possibile.




    "Fidati di me e abbandonati al piacere. Cercherò di farti il minor male possibile."




    Si spostò quei momenti adatti per cercare il lubrificante e un preservativo che teneva nel comodino, tornando subito dopo a darle le attenzioni di cui necessitava. Le allargò dolcemente le gambe, massaggiandole docilmente il clitoride, così da riuscire a farla bagnare per bene. Eiko, in preda all'eccitazione iniziò a muovere appena il bacino nella sua direzione, come a invitarlo a prenderla. Toga ghignò, ma sapeva benissimo di non poter esagerare da subito: doveva fare le cose con calma, passo per passo.

    Passò un dito tra le sue grandi labbra, muovendolo più volte lì, senza davvero penetrarla. Aveva davvero paura che qualcosa potesse andare storto, quindi spalmò tanto lubrificante su due dita, iniziando poi a penetrarla piano con uno solo. Lo fece con lentezza, guardandola intensamente, attento a ogni cambio nella sua espressione, per evitare di andare troppo di fretta.




    "Sto bene Toga, non preoccuparti."




    Eiko gli sorrise, guardandolo con uno sguardo totalmente incoraggiante, quindi lui inserì un secondo dito, muovendoli all'unisono. I gemiti di Eiko si fecero più insistenti, mentre Toga iniziava a portare il suo sesso vicino alla sua entrata. Versò una quantità più che abbondante di lubrificante sulla propria erezione, dopo averla coperta con il preservativo, cosicché potesse entrare più facilmente, anche se era già abbondantemente bagnata,




    "Ora entro in te, farà leggermente male, essendo la tua prima volta, tranquilla però e non irrigidirti, o rischierò solamente di farti più male involontariamente."

    La vide semplicemente annuire, quindi andò a catturarle le labbra in un bacio pieno di passione, mentre con una mano portava la propria erezione alla sua fonte di massima eccitazione. Iniziò a spingere delicatamente la punta all'interno di essa, entrando con lentezza centimetro dopo centimetro. Sentiva come Eiko gli graffiava le spalle, ma ad un'attenta osservazione, lei non sembrava soffrire più di tanto. La sentì fare un sussulto sorpreso quando la sua erezione entrò del tutto in lei e Toga stesso iniziò a muoversi dolcemente in lei, con dei movimenti tranquilli e lenti, giusto per farla abituare a quell'intrusione.

    Man mano che il tempo passava e le spinte si facevano più insistenti, Eiko si sentiva sempre più vicina all'orgasmo, cosa che sembrava valere anche per il suo uomo. Quello stupendo trentenne che si era preso la sua verginità, il suo primo vero bacio, la sua innocenza. Quell'uomo che amava incondizionatamente e non aveva importanza cosa ne potesse pensare il mondo intero: lui era suo e nessuno poteva separarli in ogni caso. Perché Toga per lei era la luce in fondo al tunnel, l'acqua per i pesci, l'aria per gli umani, il sangue per i vampiri.

    Quel vampire hunter era appena diventato tutto per lei e non voleva perderlo per nulla al mondo, costasse quel che costasse. Non poteva che sentirsi al settimo cielo in quel momento, tra le braccia dell'uomo che tanto amava e che finalmente le aveva confessato di ricambiare i suoi sentimenti. Zero non le era mai interessato, anche se non erano fratelli di sangue, Eiko non aveva mai provato alcun interesse per lui, anche se era molto carino e non lo poteva negare.

    Nel momento stesso in cui Toga si fermò a riversare il seme nel preservativo, anche Eiko venne, un lungo gemito di piacere le sfuggì dalle labbra, mentre le sue gambe le sembravano gelatina e la sensazione che provava all'altezza del ventre era indescrivibile. Non si era mai sentita così fino a quel momento.




    "Toga... è stata una sensazione stupenda: non mi pentirò mai di aver donato a te la mia verginità, sei stato splendido, ti sei sempre accertato che io stessi bene e ti ringrazio per tutto questo." Eiko riuscì a biascicare quelle parole in mezzo agli ansiti, accarezzandogli una guancia.

    "Sono felice che ti sia piaciuto e di non averti fatto male. Mi sarei sentito molto in colpa se così non fosse stato. Anche per me è stato stupendo e grazie per tutto ciò che hai fatto per me."



    Fandom: Vampire Knight
    Personaggi: Toga Yagari, Eiko Cross (OC)
    Genere: Romantico, fluff
    Avvertimenti: NSFW, age difference
    Wordcount: 2526 parole
    Missione e prompt: #1 – Age difference 13 years

     
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    "Ragazzi, ma dato che la stagione è finita e per ora il summer split è ancora lontano, perché non facciamo un giro, tutti e cinque, nell'entroterra? Avendo sempre vissuto qui sulla costa e essendomi poi solo interessato ai videogiochi, non l'ho mai davvero visto."



    Leo Romer, l'attuale jungler dei Legacy Esports, ventunenne abitava da quando era nato lì in Australia, sulla costa, ma effettivamente non era mai stato nell'entroterra. Sapeva bene come quella parte fosse molto gettonata dai turisti e ora che avevano del tempo... voleva provare ad esplorarlo. Sicuramente quella era una buona possibilità anche per aumentare il feeling nella squadra, dato che più o meno tutti erano nuovi. Lui era entrato solo a gennaio di quell'anno, gli altri ragazzi non ne era molto sicuro.



    "Mi sembra un'ottima idea! Io sono andato spesso a visitare il parco del deserto di Alice Springs ed è davvero molto interessante. Viene considerato il miglior parco faunistico dell'entroterra, mostrando piante e animali di tre diversi habitat del deserto."



    Il più piccolo del gruppo, supporto del gruppo, aveva parlato con fare entusiasta, mentre anche gli altri annuivano alle sue parole: quel posto era sicuramente il più bello e il più indicato per una visita simile.

    Qualche giorno dopo finalmente erano davanti all'entrata del parco, zaini da arrampicata in spalla, pronti a quell'avventura. Durante la loro camminata avrebbero potuto ammirare un sacco di animali della distesa rossastra che caratterizzava quella particolare parte dell'Australia. Erano più che abituati a vedere canguri, ma wallaby e dingo... erano tutta un'altra cosa.



    "Leo guarda! Questo è un thorny devil, immagino ne hai sentito parlare, no?" Anche se non lo avesse visto con i suoi stessi occhi, dato che viveva esclusivamente nel deserto, doveva averne sentito parlare.

    "Oh sì, ne ho letto molto a riguardo nelle lezioni di scienze, è molto carino, anche se altrettanto spinoso e pericoloso mi sa."



    Quello era solo uno dei tanti animali che vivevano lì e non sarebbe bastato solo un giorno per girare tutto il parco. C'erano dune e valli ovunque, per di più alla fine del giro si poteva andare anche a scoprire la storia degli aborigeni che lì avevano vissuto.

    Era sicuramente una settimana da non dimenticare, un viaggio perfetto, costellato da divertimento, bel tempo, incontri ravvicinati con svariati animali e lo spettacolo del cielo stellato che vegliava su di loro ogni notte.



    "Grazie ragazzi, è stata una vacanza stupenda, abbiamo sicuramente imparato molto sia riguardo questa parte della nostra nazione, che su ognuno di noi e siamo diventati più vicini di quanto non lo fossimo prima."

    Fandom: Rpf esports e gaming
    Personaggi: Babip, Isles
    Genere: generale
    Avvertimenti: ---
    Wordcount: 431 parole
    Missione e prompt: #4 – Esplorazione + entroterra / outback

     
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    Di tremori e baci



    Quando Martin aveva invitato Rasmus ad andare al luna park con lui, il più piccolo si era sentito al settimo cielo. Era uno dei pochi giorni che avevano liberi e divertirsi in quel modo serviva molto per scaricare la tensione. Quando però Wunder gli aveva chiesto di andare alla casa degli orrori, anche se Rasmus aveva detto di sì, sapeva benissimo che se ne sarebbe pentito.

    Il primo urlo aveva lasciato le sue labbra già pochi passi dopo l'entrata, quando una mummia si era avvicinata fin troppo minacciosamente a loro. Il più piccolo si era quindi attaccato stile koala al fidanzato, senza lasciarlo fino al momento in cui non furono fuori da essa. Per tutto il tragitto lui aveva tremato come una foglia, ma per lo meno Martin era stato lì con lui e ora che erano fuori, finalmente lo lasciò andare. Il suo viso era totalmente rosso: aveva ormai diciannove anni, eppure si spaventava nemmeno ne avesse avuti a malapena dieci.



    "Scusami, non avrei dovuto portarti lì."



    Martin si era chinato sul suo viso e lo aveva baciato dolcemente, stringendolo a sé. In quel momento Caps capì che ci sarebbe tornato volentieri se poi fosse stato baciato nuovamente.

    Fandom: League of Legends RPF

    Personaggi: Wunder, Caps

    Genere: Fluff

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    Wordcount: 200 parole

    Missione e prompt: #5 – Luna Park

     
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    Gardaland



    Quando Shadow sentiva parlare di Gardaland, gli tornavano in mente solamente ricordi stupendi di quel parco divertimenti: tantissime attrazioni per grandi e piccini, alcuni ristoranti per fare una pausa per il pranzo o per la merenda, le file infinite per ogni singola montagna russa... Di quel parco divertimenti adorava soprattutto Sequoia Magic Loop, una montagna russa dove si finiva pure sottosopra. La primissima volta che l'aveva provata si era anche sentito male e appena era sceso aveva rimesso l'anima, ma quello non lo aveva mai fermato da rifarla: si era limitato a non mangiare prima di salirci sopra.



    Fandom: League of Legends RPF

    Personaggi: Shadow

    Genere: Generale

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    Missione e prompt: #5 – Luna Park

     
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    Un pupazzo per amore



    "Papà, papà! Voglio quell'orsacchiotto gigante! Lo vinci per me?"



    Angél Matej era stato portato dai genitori al luna park che avevano organizzato lì a Berlino per Carnevale: indossava un costume da piccolo dalmata e lo adorava. Quando a uno dei chioschetti dove si doveva sparare a delle lattine aveva notato un orso polare enorme, gli occhi gli erano diventati grandi grandi: lo doveva assolutamente avere.



    "A te l'onore, querido. Sei tu che usi i marksman."



    Ocelote ridacchiò spingendo in avanti Luka, mentre prendeva in braccio il piccoletto e si mettevano a lato di Perkz, osservando come tirava. Di certo per lui non era poi così facile: una cosa era usare - come aveva detto Carlos - dei campioni che erano marksman, tutt'altra era sparare nella vita reale con un fucile giocattolo. Non voleva vedere la delusione sul volto del figlioletto, quindi fece un respiro profondo prima di sparare alcuni colpi e far cadere tutti i barattoli.



    "Complimenti, potete scegliere uno qualsiasi di questi peluches molto grandi, o più di uno di quelli piccoli."



    La donna sorrise alla coppietta e al bambino che, tutto eccitato, continuò a indicare l'orso polare con un dito.



    "Grazie papà, ti voglio bene!"



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    Personaggi: Perkz, Ocelote, Angél Matej

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    Lunapark with you



    Andare al luna park era una bella esperienza per Pyosik e ora che aveva un fidanzato era ancora meglio. Ci andavano volentieri assieme quando avevano il giorno libero e non gli andava di restare tutto il giorno nella loro Gaming House. Le persone di solito li riconoscevano, ma riuscivano anche ad avere la loro privacy, soprattutto quando salivano sulla ruota panoramica. Quella era la sua attrazione preferita: quando erano in cima potevano vedere il resto del luna park e potevano baciarsi un po', soprattutto verso sera, al tramonto. Era quello il suo momento preferito per salirci: l'atmosfera era fantastica.

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