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RomanFinn - piccolo pezzo del 3° capitolo

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    La stanza era silenziosa, buia e particolarmente fredda. Erano alcuni mesi ormai che Fergal era stato comprato come schiavo dal ragazzo che tutti chiamavano "Tribal Chief" e in quel momento era rilegato lì dentro. Era una stanza con una singola finestra, da cui di giorno penetrava poca luce, ma in quel momento era notte e comunque lui non vedeva nulla, dato che quel Laeti lo aveva bendato.
    Fergal non poteva lamentarsi: rispetto agli altri master che avevano cercato di utilizzarlo per i loro scopi sessuali, per le loro voglie, quel ragazzo aveva qualcosa di diverso. Lo poteva considerare più tranquillo, spesso con altri si era ritrovato messo male quando era finito sotto la loro ira, era sicuramente meno brutale, anche se quando si arrabbiava o comunque non era di buon umore, le cose cambiavano. Forse tutta quella differenza era dettata dal fatto che il suo master attuale era a malapena diciottenne, probabilmente Fergal stesso era il suo primo schiavo a scopo sessuale ed era ancora inesperto a riguardo.
    Non aveva idea da quanto stesse aspettando in quella stanza, forse una decina di minuti, si ritrovava però già con la pelle d'oca, dato che era praticamente nudo, salvo per dei boxer neri con delle righe rosse molto attillati. Gli piaceva l'attesa, il non sapere cosa lo aspettasse esattamente, per di più il Tribal Chief lo aveva legato alla sedia su cui era attualmente seduto, mani dietro lo schienale, gambe belle divaricate.
    Nella stanza vi era un silenzio di tomba, nell'aria Fergal riusciva solamente a sentire il suono del suo respiro. Ben presto Fergal sentì dei passi pesanti, che ormai riconosceva anche troppo bene, avvicinarsi alla porta per poi captare la porta che veniva aperta. Erano pesanti ma avevano una certa cadenza e col tempo aveva imparato come cambiasse il suono in base al suo stato d'animo.
    Sentirli gli stava facendo accapponare la pelle ancor di più, sperava che per lo meno il Tribal Chief sarebbe stato clemente, era sicuro di non aver fatto nulla di male per meritarsi particolari punizioni.
    I passi si fermarono a qualche centimetro da lui, una mano grande e forte andò ad alzargli il mento come se volesse che lo osservasse, anche se poteva solamente sentire il suo tocco e percepire il suo respiro a poca distanza dal suo viso.

    "Qualcuno qui ultimamente è stato molto bravo, vero?" La voce di Roman risuonò all'interno della stanza, era compiaciuto dal comportamento che il suo schiavo aveva tenuto in quei giorni.
    "Sì, Tribal Chief." Fergal aveva imparato che a Laeti piaceva quando lo chiamava in quel modo, con quella voce sottomessa.
    "Bene bene, allora oggi potresti anche meritare un piccolo premio."

    La stanza si riempì del suono di una borsa che veniva appoggiata a terra: era abbastanza ovvio cosa potesse esserci dentro e insomma... non poteva negare che, se usati da lui, quei giocattoli non erano poi così male. Lo sentì aprire la zip della borsa e muoverne l'interno, finchè non trovò ciò che cercava. Fendette l'aria un paio di volte con la frusta, anticipando a Fergal ciò che lo aspettava. Non avrebbe esagerato, non era così spietato da lasciargli dei segni permanenti su quel corpo così perfetto, ma evidentemente i suoi precedenti master non erano stati dello stesso avviso, dato che qua e là aveva qualche piccola cicatrice. Non avevano mai parlato delle loro vite, Laeti non si era mai interessato della storia di Fergal, ma prima o poi lo avrebbe fatto... in quel momento però era ancora troppo presto.

    "Lo sai cosa devi fare."

    Un ordine perentorio, che Fergal già aveva immaginato sentendo la frusta fendere l'aria.
    Il primo colpo arrivò lento colpendo la parte destra del suo addome. Fergal mugolò involontariamente, non gli aveva fatto troppo male.

    "Uno, grazie Tribal Chief."

    Laeti andò avanti a frustarlo finché il conto non arrivò a sei, con la forza che metteva in ogni frustata che aumentava di colpo in colpo. Il petto del suo schiavo era ora rosso, probabilmente gli bruciava anche, ma si era comportato bene e la voce aveva leggermente vacillato solo all'ultimo colpo.
    Gli si avvicinò e si abbassò all'altezza del bacino del suo schiavo: quei boxer, come se non fossero già stati abbastanza stretti, era evidente che lo fossero diventati pure di più. Attraverso essi riusciva a intravedere che aveva un erezione. Ci mise ben poco a strapparglieli, cosicché fosse finalmente libero, ma quella sensazione di sollievo non durò molto per Fergal, dato che Laeti si allontanò da lui e vi tornò con un cockring, che gli mise con cura e attenzione. Un anello alla base, un altro ai testicoli e il terzo all'asta.

    "Così non potrai venire senza il mio permesso."

    Si sentì sussurrare all'orecchio, mentre la mano possente del suo Tribal Chief iniziava a stuzzicarlo. Ogni sensazione che Fergal provava era amplificata dall'essere bendato e non sapere esattamente cosa potersi aspettare ogni volta. Fergal si morse appena il labbro inferiore, cercando di non mugolare di piacere. Laeti sapeva benissimo come stuzzicarlo e portarlo al suo limite, cercando ogni volta di farlo resistere di più. Mentre andava a liberargli le mani e i piedi, Laeti si fermò con il viso all'altezza dei suoi capezzoli turgidi, mordendoli appena. Il peso del suo Tribal Chief si spostò interamente sulle sue gambe ora libere, mentre si occupava ancora di dargli piacere attraverso i capezzoli. L'erezione iniziava a fare male al povero Fergal, ma tanto sapeva che quella tortura sarebbe durata molto, non voleva deludere Laeti. Ora che aveva le mani finalmente libere, Fergal le portò all'asta del Tribal Chief, aspettando un attimo per vedere la sua reazione. Non ricevendo nessun "no", iniziò senza indugi a muovere le mani proprio come piaceva a lui: con lentezza disarmante giocò con la punta, prima di tracciare ogni singola vena fino alla base. La conferma che al Tribal Chief stesse piacendo veniva dal respiro che si stava facendo più rapido.

    "Lasciami fare, Tribal Chief."

    Fergal si era abbassato quel tanto per sussurrargli quelle parole all'orecchio con fare molto provocante. Ghignò e lo allontanò con una spinta, giusto il tanto per potersi alzare e poi mandare lui, con un'altra spinta, a sedersi sulla sedia. Fino a quel momento non aveva mai provato a prendere il comando della situazione con lui, ma Laeti non sembrava esserne arrabbiato. Con altri si sarebbe sognato di fare una cosa simile, eppure lui gli stava lasciando carta libera.
    Un'ultima occhiata al Tribal Chief gli fece ben capire che non lo avrebbe fermato, infatti Laeti si limitò a mettersi più comodo sulla sedia, le gambe divaricate, per godersi bene lo spettacolo che lo aspettava. Fergal iniziò una specie di ballo, qualche coreografia sexy che gli era stata insegnata per attrarre verso di lui più mapster possibili a suo tempo, ma che ormai erano mesi che aveva accantonato. Il giorno in cui era stato proprio dal ragazzo seduto su quella sedia di fronte a lui, le mosse erano meno provocanti. Muoveva il bacino al ritmo di una musica inesistente, una musica che aveva solamente in testa, una musica che aveva un che di piccante.
    Dapprima muoveva sensualmente il bacino a una certa distanza da lui, ma lentamente si avvicinò sempre di più, fino ad essere a contatto con la sua pelle calda. Girò attorno alla sedia un paio di volte, soffermandosi specialmente davanti ai suoi occhi, a muovere il bacino sensualmente. Lo vedeva mordere appena il labbro inferiore, poteva notare nel suo sguardo una voglia di farlo suo in quel preciso istante, ma era troppo presto.
    Scivolò sul pavimento e si fermò solo in mezzo alle sue gambe, ghignando soddisfatto. L'erezione del Tribal Chief si mostrava in tutta la sua possenza e a Fergal faceva piacere sapere che tutto ciò lo aveva causato lui. La contemplò qualche attimo, come se non si fosse mai reso conto di quanto fosse grande, prima di avvolgere l'asta con la bocca, andando più a fondo possibile, mentre con le mani gli stuzzicava i testicoli. La lingua seguiva le venature, ne girava l'intera circonferenza. Fergal guardava Laeti fisso negli occhi, uno sguardo che era costantemente ricambiato da parte dell'altro uomo. Uno sguardo pieno di lussuria, contro uno di sfida.
    Laeti portò una mano tra i suoi capelli stringendoli, così da fargli comunque capire chi fosse il capo lì.

    "Fai il bravo e fai venire il tuo Tribal Chief."

    Anche se Fergal stava giostrando tutto magnificamente, Laeti non poteva sopportare oltre; quel ballo sensuale lo aveva quasi steso e ora voleva solamente che facesse il suo dovere.
    Non ricevette una risposta concreta, ma l'irlandese passò direttamente ai fatti, muovendo per bene la testa su tutta l'asta. Laeti portò anche l'altra mano tra i suoi capelli neri, spingendolo fino alla base più volte, a un ritmo sostenuto, fino a che non gli riempì la bocca con il suo seme. Grugniti sconnessi uscirono dalle sue labbra mentre si lasciava andare e Fergal invece assaporava il suo nettare. Quando sentì la pressione mancare sulla propria testa, il più piccolo si rialzò, mostrandogli come lo ingoiava tutto, senza sprecare nemmeno una goccia. Laeti si alzò dopo qualche attimo, andando a cercare il lubrificante nella borsa da cui prima aveva tolto il cockring: aveva troppa voglia di prenderlo in quel momento, ma non voleva fargli male in quei frangenti ed era sempre stato attento. Quando si girò verso Fergal, notò che si era preparato di già, senza alcuna richiesta: il petto appoggiato allo schienale della sedia, la schiena inarcata, le ginocchia che toccavano la pelle della seduta, le natiche in bella vista che aspettavano solamente di essere violate da lui. Si leccò le labbra a quella vista, e dopo esserglisi avvicinato di nuovo, gli assestò una sculacciata sulla natica destra, facendo sussultare Fergal.

    "Sei stato bravo a prepararti senza che io ti dicessi nulla. Tra poco sarai libero."

    Anche e soprattutto perché il tempo limite di utilizzo del cockring stava per scadere, ma c'avrebbe pensato lui a quando toglierlo e farlo così finalmente venire.

    "Grazie, Tribal Chief."

    Laeti non rispose a quelle parole, si versò del lubrificante sulle dita, iniziando a penetrarlo con esse. Le mosse più volte al suo interno, mentre gli baciava la schiena, lasciandovi anche qualche segno rosso. Sentiva il corpo del ragazzino fremere sotto di lui, si sentiva fortunato ad avere trovato qualcuno come lui al primo colpo, non se ne poteva certamente lamentare. Fergal si teneva saldamente alla sedia, mentre il suo corpo reagiva a tutte quelle attenzioni: iniziava anche a muoversi cercando di andare incontro alle dita di Laeti, come se volesse di più, quel qualcosa in più che però il master gli stava negando in quel momento.

    "Tribal Chief..."

    Non riusciva più a sopportare tutto quel teasing e si sentiva più che pronto ad accoglierlo. Laeti ghignò appena e tolse le dita con uno schiocco, sostituendole ben presto con la sua erezione, non prima di averla riempita di lubrificante a sua volta. Ben presto la stanza si riempì del rumore dei loro corpi che sbattevano l'uno contro l'altro in una danza calda e provocante, degli ansiti e dei gemiti di entrambi, troppo presi dalla foga di quel momento e dal piacere che si stavano dando. Ancor meglio fu quando finalmente Laeti armeggiò con il cockring di Fergal: erano palesemente entrambi sull'orlo dell'orgasmo e sarebbero bastate due o tre spinte affinché venissero assieme.
    Laeti aumentò il ritmo e in poco tempo riversò il suo seme in lui, mentre Fergal si lasciava andare contro l'imbottitura della sedia, sporcando pure il suo stesso petto nudo e ancora lievemente rosso. I loro petti si alzavano e abbassavano ad un ritmo sostenuto mentre entrambi cercavano di riprendere fiato. Quella serata aveva regalato ad entrambi emozioni che prima d'ora non avevano ancora provato, soprattutto per Finn, che aveva avuto molta esperienza precedente, ma quella era davvero tutta un'altra storia.

    "Non so per quale motivo tu sia stato rifiutato da molti master, il mio manager mi ha detto questa cosa, ma non aveva idea nemmeno lui del perché, ma mi ritengo fortunato di averti preso e stai pur certo che non ti lascerò andare." Era una promessa quella, era il Tribal chief e non l'avrebbe violata.
    "Ci... sono dei motivi validi e complicati da spiegare al momento." Si limitò a rispondere Fergal: quella era l'ultima cosa che voleva fare in quel momento, non gli andava di parlare di Bàlor, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farlo, prima che potesse succedere qualcosa.

    Edited by catching_hearts - 1/12/2021, 23:57
     
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